Umbria, automotive in crisi: la Regione avvia un tavolo di confronto

di Carlotta Nicoletti

1 min, 20 sec

L’assessore De Rebotti annuncia un tavolo regionale per affrontare le sfide del settore automotive, comparto strategico dell’economia umbra

Umbria, automotive in crisi: la Regione avvia un tavolo di confronto

Il comparto automotive in Umbria è a rischio, minacciato da una serie di fattori economici e tecnologici che ne mettono a dura prova la competitività. Per affrontare la situazione, la Regione ha deciso di istituire un tavolo di concertazione, coinvolgendo imprese, lavoratori e istituzioni. Lo ha annunciato l’assessore allo Sviluppo economico, Francesco De Rebotti, come riporta Ferpress. 

Partecipazione e innovazione – “L’ascolto e la partecipazione sono fondamentali per avviare processi di riprogettazione e innovazione”, ha dichiarato De Rebotti, sottolineando il ruolo chiave del settore. In Umbria, infatti, l’automotive rappresenta una fetta significativa dell’economia regionale, con una filiera produttiva solida e aziende che hanno dimostrato resilienza nonostante le difficoltà.

Scenario nazionale – Secondo l’Indagine Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2024, in Italia il settore conta oltre 2.130 aziende, collocando il Paese al secondo posto in Europa per produzione di componentistica. Tuttavia, il comparto sta affrontando criticità come il calo della domanda, la concorrenza asiatica e la transizione verso la mobilità sostenibile.

Sfide e trasformazioni – “La crisi economica, l’innovazione digitale e gli obiettivi climatici europei stanno trasformando profondamente il settore”, ha spiegato l’assessore. La transizione verso veicoli digitalizzati e a zero emissioni avrà un impatto significativo anche sulle aziende umbre.

Numeri e occupazione – Il settore in Umbria conta oltre 7.000 lavoratori, con 70 aziende che producono componenti per le grandi case automobilistiche e 80 attive nell’indotto. “Dati che ci spingono a intervenire con misure concrete per sostenere questa filiera strategica”, ha concluso De Rebotti.

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