Tre giorni di sciopero negli scali di Venezia e Chioggia

di Redazione

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I sindacati: "Futuro a rischio senza lo scavo dei canali"

Tre giorni di sciopero negli scali di Venezia e Chioggia

Tre giorni di sciopero, pari a un 'pacchetto' di 72 ore, sono stati proclamati al termine dell'assemblea dei lavoratori del porto commerciale di Venezia e Chioggia. Lo rendono noto le segreterie territoriali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. "Da anni - afferma un documento emesso al termine dell'assemblea - il lavoro portuale è sotto un attacco pesante da più fronti. Le mancate scelte sul suo futuro e sul suo sviluppo da parte delle Istituzioni che ne hanno competenza determina incertezza degli imprenditori, che devono investire per competere e rendere efficiente e sicuro il lavoro, e segna una debolezza sulla governance del suo sviluppo". I lavoratori ricordano inoltre l'Ordinanza della Capitaneria di Porto del primo ottobre scoprso, che riduce a 10,2 metri i fondali e l'accesso delle navi nel Canale dei Petroli e alle banchine, "una crisi di emergenza oggi sul lavoro - prosegue la nota - e una crisi sul futuro della portualità. Una limitazione inaccettabile, seppur motivata da parametri di sicurezza della navigazione, per le pesanti ricadute immediate con la perdita di navi e merce importanti per il lavoro portuale. Abbiamo già perso una portacontainer di 8,500 teu e prevedibilmente altre sette navi oceaniche. La stima è di oltre 40.000 container in meno entro fine anno, che si aggiungono a un quadro di riduzione di arrivi di oltre 100 navi dall'inizio dell'anno. Danno enorme alla sua competitività, alla sua attrazione commerciale, al suo sviluppo". I lavoratori portuali chiedono "da subito" la manutenzione dei canali da parte dell'Autorità di Sistema Portuale, e l'autorizzazione da parte del Ministero dell'Ambiente attraverso il "protocollo fanghi". (ANSA).