Tragedia al porto di Genova, sette indagati per la morte di Macciò: un rebus da risolvere

di Emilie Lara Mougenot - Matteo Cantile

1 min, 56 sec

La procura di Genova indaga su una dinamica inspiegabile: al centro del caso turni massacranti e responsabilità condivise

Tragedia al porto di Genova, sette indagati per la morte di Macciò: un rebus da risolvere

La morte in porto di Giovanni Battista Macciò continua a essere un rebus: per risolverlo sono al lavoro i magistrati della Procura di Genova che hanno iscritto nel registro degli indagati sette persone. Si tratta del conducente della ralla che ha travolto l'operaio, Patrizio Randazzo, il Console della Culmv Antonio Benvenuti, il general manager di Psa Roberto Goglio e ancora Paolo Casali, head of services di Psa e Marco Ferrari direttore ingegneria civile di Psa Italy Services. 


La dinamica – I magistrati dovranno ricostruire l'esatta dinamica di quello che è accaduto in porto: la ralla ha travolto Macciò durante una manovra che appare assolutamente inspiegabile. Nei giorni successivi all'incidente nei piazzali del più importante terminal genovese si sono rincorse mille voci: tra queste c'è chi ha parlato di una lite tra Randazzo e l'autista del camion colpito nell'incidente, Giuseppe Clavarino. Fattispecie che però fonti raccolte da Telenord smentiscono seccamente.


Il troppo lavoro – Randazzo, dopo l'incidente che ha ucciso il suo collega, ha ammesso di “lavorare troppo” e di farlo, soprattutto, durante la notte. Tantissimi turni notturni che certamente hanno messo a rischio la lucidità durante lo svolgimento delle sue mansioni: forse anche per questo alcuni soci della Culmv hanno deciso di esporre uno striscione sulla sede della compagnia con la scritta “siete colpevoli quanto lui, vergogna”.  Il tema dell'eccesso di lavoro di alcuni soci della Culmv è stato spesso oggetto di discussione all'interno del porto: i singoli terminal non sono a conoscenza dei turni pregressi degli operai della Compagnia, può quindi capitare che un camallo metta insieme anche più di un turno al giorno. La soluzione dovrebbe essere trovata dall'Autorità di sistema portuale che però finora non è mai riuscita a mettere a sistema gli orari della Compagnia con quelli degli operai dipendenti dei terminal.


Cosa è successo – Ora spetterà alla magistratura, che ha a disposizione anche il rapporto stilato sul momento dalla polizia stradale, stabilire cosa sia successo. La dinamica appare poco compatibile con un colpo di sonno, anche se nulla può essere escluso a priori: c'è da giustificare una strana inversione in uno spazio molto ampio, e forse anche spiegare come sia stato possibile concedere a un socio tutti quei turni così faticosi.