Torna a Palermo Mid.Med Shipping&Energy Forum
di Edoardo Cozza
Appuntamento, in presenza, il 30 giugno e il 1° luglio: si parlerà del ruolo dell'Italia in un Mediterraneo allargato e di Pnrr
La Sicilia rappresenta l’avanguardia dell’Italia nel Mediterraneo, un laboratorio di economia europea al centro del mare. Questo il contesto di fondo da cui parte la seconda edizione di Mid.Med Shipping&Energy Forum, in programma in presenza a Palermo nella prestigiosa sede di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, il 30 giugno e 1 luglio prossimi.
Per continuare a interpretare appieno il ruolo che si è scelto, l’Isola si trova ad affrontare una duplice sfida: da una parte ammodernare e rafforzare le proprie infrastrutture e i propri comparti produttivi d’eccellenza per essere all’altezza di una concorrenza sempre più forte da parte degli altri Paesi Mediterranei, dall’altra valorizzare la propria posizione e le proprie risorse per aumentare la presenza sui mercati europei continentali. Due sfide ma anche due opportunità di sviluppo che costituiranno il filo rosso del programma di incontri che si articoleranno su una giornata e mezza di evento.
La sessione istituzionale vedrà la partecipazione di Gaetano Miccichè, Presidente dell’ ARS, del nuovo sindaco di Palermo, dei presidenti delle Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale, Francesco Di Sarcina, e di Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti, con le conclusioni affidate a Gaetano Armao, Vicepresidente, Regione Siciliana e Assessore all’Economia, che in queste vesti illustrerà le linee strategiche di impego dei fondi del PNRR in Sicilia.
Si passerà quindi ai temi di più scottante attualità iniziando da Geopolitica e geoeconomia dell'Italia (Meditarreanea). Distratti dalla guerra russo-ucraina, l’attenzione dei media si è distolta dal Mediterraneo. La situazione è paradossale per due ordini di motivi: da una parte il concetto di Mediterraneo Allargato (che comprende il Mar Nero) sembra sbiadirsi proprio quando i fatti ne dimostrano la validità; dall’altra mai come in questo momento le tensioni nel mare di mezzo sono in crescita su una traiettoria preoccupante. Stavolta sono le tensioni all’interno della sponda sud a dominare, con rischio di guerra interstatuale per la prima volta da molti decenni. Urge un ritorno dell’attenzione, se non altro perché il ruolo del Mediterraneo dal punto di vista geo-economico .
Da luogo di transito e consumo l’Italia Mediterranea, e la Sicilia in particolare, stanno (ri)scoprendo un ruolo di primo piano nella produzione energetica. Sicuramente le rinnovabili vecchie e nuove sono protagoniste, ma anche il gas naturale è ritornato alla ribalta, quantomeno teorica. Le filiere dei vettori energetici decarbonizzati o a “circular carbon” costituiscono un potenziale sviluppo interessante, anche per le imponenti risorse messe a disposizione a livello nazionale ed europeo. Per coglierla, va superata la mentalità di indipendenza energetica che impedisce di vedere l’energia come motore di sviluppo anche per il resto dell’economia. Questo è la filosofia di fondo della sessione Energia: la Sicilia e l'Italia Mediterranea di fronte alla grande opportunità.
La giornata si chiude con un argomento poco noto nel contesto ma cruciale, La risorsa dati. La Sicilia è uno dei più importanti hub digitali al mondo. Per rendersene conto basta guardare una carta delle connessioni dati che transitano dalla Sicilia. Il ruolo dell’Isola è però esclusivamente quello che in termini di commercio marittimo si chiamerebbe transhipment, ossia di trasbordo di pacchetti di dati così come sono. Il vero valore sta però nel “lavorare” i dati e per far questo bisogna attirare i gradi collettori e trasformatori. Come la Sicilia e il sud in genere può affermare un proprio ruolo attivo nell’economia dei dati? La sessione cerca di fornire almeno gli strumenti di base per affrontare la sfida.
La seconda giornata srà dedicata ai temi più “interni” anche se proiettati in Europa. Si inizia con una sessione su Economia e logistica: PNRR, porti, retroporti e distretti produttivi. La stretta integrazione tra distretti produttivi, infrastrutture e servizi logistici di terra e porti non è una novità. Oggi sembra tornata di moda con l’avvento delle ZES, ma un approccio di tipo esclusivamente normativo e fiscale rischia di oscurare il fatto che le tre componenti sono integrate dal basso, perché altrimenti un’economia non è in grado, non solo di prosperare, ma nemmeno di competere e quindi di sopravvivere. Soprattutto in un contesto come quello siciliano dove le prospettive di sviluppo sono legate ad una crescita importante delle produzioni destinata all’esportazione, sia nel resto del Paese, che su scala internazionale.
E infatti, a chiudere MID.MED arriveranno Eccelenze del territorio, la tradizione non basta: una sessione non celebrativa ma criticamente realistica della situazione attuale ma soprattutto delle potenzialità, che sono notevoli. La Sicilia e il Sud in genere sono terre in cui la vocazione agricola è forte. Nel corso dei decenni si è assistito a un ripiegare progressivo dalla produzione di commodities in grado di competere sui mercati internazionali a quello delle specialties, le famose “eccellenze”, che però contano solo se riescono a imporsi al di fuori della nicchia dei gourmet (ammesso di riuscire a raggiungerli). Si tratta della ben nota trappola della tradizione che passa dal moltiplicarsi delle IGP, concesse a prodotti e lavorazioni talmente limitate in quantità da essere più una medaglia per gli eroi locali che uno strumento di sviluppo economico. Alcuni settori, come gli agrumi, l’uva da tavola, certi ortaggi, sono riuscite per ora a sfuggire, ma forse sarebbe meglio anche tornare a produrre grano in Sicilia. O almeno la pasta.
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