Terrorismo, Genova crocevia dell'integralismo armato sull'asse Tunisia - Nord Europa

di Redazione

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Piantedosi alla Camera: "Non c'è rischio imminente per l'Italia, ma l'attenzione è altissima, anche all'immigrazione irregolare"

Terrorismo, Genova crocevia dell'integralismo armato sull'asse Tunisia - Nord Europa

Il passaggio a Genova di Abdesalem Lassoued, il presunto attentatore di Bruxelles, è solo l'ultima comparsa di terroristi o loro fiancheggiatori nel capoluogo ligure. Città che è diventata uno snodo importante, fanno notare qualificate fonti investigative, per la vicinanza con la Francia e le partenze dei traghetti da e per il Nord Africa. Gli investigatori genovesi e bolognesi che stanno cercando di ricostruire il passato di Lassoued e, soprattutto, i suoi contatti, hanno diversi dossier nei cassetti sulle presenze di terroristi a Genova negli ultimi anni.

Sull'attentatore di Bruxelles hanno la certezza che nel 2021 era a Genova e nel 2016 a Bologna.  A quanto si apprende, era arrivato a Lampedusa nel 2011 a bordo di un barchino. Dopo una permanenza in Italia è andato in Svezia, da dove sembra sia stato espulso. Tornato in Italia, nel 2016 è stato identificato a Bologna dalla Digos come radicalizzato: aveva espresso la volontà di aderire alla jihad e partire per combattere. L'uomo è stato monitorato anche dall'intelligence. In seguito è andato in Belgio. Non si esclude che ieri abbia colpito proprio due svedesi per il malcontento che provava verso il Paese da cui era stato espulso. Un tunisino ieri si è presentato alla Digos del capoluogo emiliano per dire di avere conosciuto Lassoued nel carcere di Sfax. Gli inquirenti cercano di capire anche se già all'epoca avesse mostrato segni di radicalizzazione. Al momento però non sarebbero emerse circostanze significative. Oltre a Bologna sarebbe transitato anche per altre città dell'Emilia-Romagna e del Nord Italia. Un anno fa, la procura di Genova aveva smantellato la cellula terroristica pakistana Gabar. Il gruppo sarebbe a sua volta legato a Zaheer Hassan Mahmoud, il 27enne che a settembre del 2020 attaccò la ex sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, ferendo a colpi di mannaia due persone. La Digos, coordinata dal pm Federico Manotti, aveva arrestato nel 2017 Nabil Benamir, pronto a immolarsi per l'Isis. Nello stesso anno gli inquirenti avevano accertato un passaggio dalla Liguria di Anis Hannachi, il fratello del killer di Marsiglia. L'uomo sarebbe stato solo di passaggio dopo avere superato il confine francese. Nel 2016, infine, gli inquirenti hanno documentato che Noureddine Chouchane, il tunisino ucciso in un raid americano il 19 febbraio a Sabrata e ritenuto la mente di diversi attentati tra i quali quello al museo del Bardo, era passato a Genova a gennaio 2011 per ritirare il passaporto dal consolato tunisino.

In giornata, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha spiegato alla Camera: "Al momento non risultano evidenze concrete e immediate di rischio terroristico per quanto riguarda l'Italia, ma la situazione è tale da richiedere un elevatissimo livello di attenzione, in quanto la minaccia terroristica si presenta spesso in maniera impalpabile, fluida e non sempre definibile". Piantedosi ha aggiunto che "una conferma del livello di attenzione è l'arresto, avvenuto oggi a Milano, ad opera della Polizia di Stato di due persone di origine egiziana (una delle quali di cittadinanza italiana), per reati di terrorismo".

"A seguito dell'attacco subito da Israele - ha ricordato il ministro - ho immediatamente disposto un rafforzamento di tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi sensibili presenti sul territorio nazionale e nella seduta del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ho convocato d'urgenza lo scorso 10 ottobre, alla quale hanno partecipato anche le agenzie di intelligence, sono state approfondite le possibili minacce e gli strumenti di prevenzione e contrasto". "All'esito dell'incontro - ha proseguito - è stato ulteriormente innalzato il livello di attenzione e rafforzate le misure di prevenzione generale, con particolare riguardo alle aree di maggior transito e all'adozione di misure di difesa passiva dei siti sensibili. Sabato scorso ho convocato per la seconda volta il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica per un aggiornato quadro della situazione alla luce dei preoccupanti ultimi sviluppi. E' stata effettuata una ricognizione degli obiettivi sensibili in Italia che sono stati quantificati in oltre 28.000, 205 dei quali israeliani, in prevalenza sedi diplomatiche o centri religiosi".

"La minaccia terroristica, inoltre - ha aggiunto - è alla costante attenzione del Comitato analisi strategica antiterrorismo, istituito presso il ministero dell'Interno, che si è riunito appositamente lo scorso 10 ottobre per valutare l'evoluzione dei profili di rischio anche nei contesti antagonisti e nell'ambiente penitenziario".

Piantedosi ha inoltre sottolineato la particolare attenzione all'immigrazione irregolare: "L'azione del Governo, sin dal suo insediamento, si è incentrata su ogni forma di contrasto all'immigrazione irregolare, anche in relazione ai possibili profili di rischio di infiltrazione terroristica nei flussi. I recenti tragici avvenimenti impongono una rinnovata e più elevata attenzione in particolare attraverso il potenziamento delle attività interforze per i controlli delle frontiere e di quelle effettuate dalle task-force operanti nelle principali aree di sbarco e negli hotspot nazionali. In questo senso ho dato specifiche direttive per l'intensificazione di ogni raccordo informativo tra le forze di polizia e le agenzie di intelligence, al fine di monitorare l'evoluzione del conflitto e i suoi possibili riflessi sui flussi migratori, sugli ingressi e sulle presenze nel territorio nazionale".