Teatro Carlo Felice, il consigliere M5s Pirondini entra nel consiglio di indirizzo
di Fabio Canessa
Polemica dall'assessore Cavo: "Ecco la doppia morale del Cinque Stelle", replica M5s: "Forse hanno paura di noi"
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Luca Pirondini, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Genova ed ex candidato sindaco contro Marco Bucci, entra nel consiglio di indirizzo del Teatro Carlo Felice. La nomina da parte del ministro alla cultura Alberto Bonisoli non è ancora ufficiale ma è confermata da fonti vicine all'ambiente.
Pirondini, che ha già lavorato al Carlo Felice come professore d'orchestra a contratto, sostituirebbe Beppe Pericu, presidente del Politecnico delle Arti. La sua presenza nel board direttivo sarebbe svolta a titolo completamente gratuito. Una nomina destinata a far discutere, anche perché arriva dopo che il ministero ha inviato i risultati dei controlli sulla gestione del teatro alla procura regionale della corte dei conti, che non esclude un'indagine per danno erariale.
Durante l'ultimo consiglio comunale Pirondini aveva attaccato la giunta Bucci chiedendo di ritirare il bando per il nuovo direttore amministrativo a tempo indeterminato.
"Non è una questione di incompatibilità ma è un tema di inopportunità, soprattutto da parte di quel Movimento 5 Stelle che fa sempre la morale su conflitti di interesse ma, in questo caso, applica la doppia morale. Una nomina che dimostra che, per chi si pone come governo del cambiamento, la musica non è cambiata". L'assessore alla Cultura della Regione Liguria, Ilaria Cavo, a margine di una conferenza stampa, commenta così la nomina.
"La nomina di Pirondini credo sia una nota quantomeno stonata, da parte del Mibac - spiega Cavo - perché è stata nominata una persona che è stato un candidato sindaco sconfitto, un orchestrale di questo teatro, anche se con contratti saltuari, e in questo momento siede in Consiglio Comunale, che è l'istituzione che deve dare gli atti di indirizzo al teatro. Che una persona di questo tipo vada all'interno del Consiglio di indirizzo del teatro, mischiando un po' quelle che sono le funzioni di controllore e controllato è sicuramente una stonatura". Sulla nomina di Pirondini interviene anche la consigliera regionale di Forza Italia Lilli Lauro che la definisce "Scandalosamente imbarazzante".
"Il regolamento del Comune di Genova sulle nomine nelle società partecipate e controllate non esclude la possibilità della nomina in questione: la Fondazione non è soggetto partecipato o controllato dal Comune di Genova, che è solo socio fondatore insieme a Regione Liguria e Stato Italiano, ed è da quest’ultimo socio che Luca Pirondini è stato nominato”, dichiara il M5s riprendendo una nota ministeriale, aggiungendo inoltre: "Il fatto di aver collaborato sempre con contratti a tempo determinato, con l’Orchestra del Teatro, testimonia il fatto che della Fondazione Pirondini non è un dipendente e che quindi anche in questo caso non possa sussistere nessun conflitto di qualsivoglia natura".
“Il Comune di Genova non determina ‘l’indirizzo’ della Fondazione (come erroneamente sostenuto dall’assessore Cavo), poiché questa decide il proprio orientamento strategico autonomamente come qualsiasi Fondazione di diritto privato attraverso il Consiglio di indirizzo, appunto, che non è un ‘Consiglio di amministrazione’ (come sostiene ancora una volta Cavo) e quindi ha un ruolo di alta rappresentanza e non di amministrazione”, spiega la capogruppo regionale Alice Salvatore.
“Non esiste alcun conflitto - continuano i pentastellati liguri -. Infatti, i Consiglieri di indirizzo, una volta in seno al Consiglio, operano in piena indipendenza e rispondono solo nei confronti della Fondazione dell’esercizio delle medesime funzioni: non esiste alcun vincolo di mandato ed essi non rappresentano i soggetti pubblici o privati che li hanno designati o nominati, né a essi rispondono”.
“Lo Statuto prevede espressamente la gratuità della carica per la quale non solo non si percepisce un compenso ma nemmeno un simbolico gettone di presenza per la partecipazione alle riunioni, pur essendo enormi le responsabilità”, conclude la nota.
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