Stasera debutta lo Spezia: con la Carrarese per capire quanto vale questa squadra

di Francesca Balestri

5 min, 8 sec

Il mercato non ha stravolto la rosa ma l'ha cambiata in alcuni protagonisti. La prima incognita? I sostituti di Pio Esposito

Stasera debutta lo Spezia: con la Carrarese per capire quanto vale questa squadra

Dove può arrivare lo Spezia, quest'anno? In riva al golfo è questa la domanda più diffusa: la squadra arrivata a un passo dalla seria A può ripetere quella grande stagione? Gli opinionisti più accreditati inseriscono i bianchi tra le squadre potenzialmente in grado di restare attaccate al treno promozione a ridosso delle formazioni più accreditate, Palermo, Venezia ed Empoli. Ma ogni campionato è diverso dall'altro e la serie B insegna che i pronostici della vigilia sono una roulette russa per chi prova a snocciolarli: stasera, contro la Carrarese, sono attese le prime conferme. 

Pio – Il calcio mercato, peraltro, ha in parte modificato l'undici titolare: il principale addio è quello di Pio Esposito, il baby bomber di cui il Picco si è follemente innamorato e che è così forte che l'Inter ha rifiutato i 45 milioni di Euro che Aurelio De Laurentiis aveva messo sul tavolo per portarlo a Napoli a sostituire Lukaku. Senza di lui lo Spezia parte, dunque, privo delle 19 reti che l'attaccante ha messo a segno nel corso della stagione, non uno scherzo. Il resto del reparto avanzato, tra l'altro, ha mostrato enormi lacune realizzative (Di Serio, Lapadula, Soleri, Colak e Falcinelli hanno messo a segno, tutti assieme, appena 11 gol) e le partite senza Pio sono state maledettamente difficili.

I nuovi – Sul mercato, però, lo Spezia non è rimasto immobile: lasciato libero l'incolore Falcinelli per fine contratto e con Lapadula e Colak auspicabilmente in uscita, sono arrivati a rinforzare il reparto i giovani Artistico e Vlahovic; il primo ha disputato una buona stagione tra Juve Stabia e Cosenza (7 reti in 33 presenze totali), il secondo ha 'spaccato' in serie C con la maglia dell'Atalanta Under 23 (24 reti in stagione). Restano però delle incognite: Artistico si è presentato benissimo, segnando un bel gol di testa contro la Sampdoria in Coppa Italia, Vlahovic per ora è infortunato. Buona parte delle credenziali dell'attacco dipendono da loro. Sul fronte offensivo ci sarebbe anche Daniele Verde, lo scorso anno alla Salernitana: tecnicamente non si discute ma la sua carriera sta declinando ormai da tempo (sebbene non abbia nemmeno compiuto 30 anni) e non rientra nei piani della società che sta cercando una soluzione.

Addii pesanti – I pezzi pregiati che hanno salutato il Picco sono Bertola, Elia e Reca: il primo è uno dei difensori più forti che si siano visti alla Spezia ma il suo contratto in scadenza e il suo rifiuto a rinnovarlo hanno complicato la parte finale della sua esperienza in maglia bianca. E' andato all'Udinese e farà parlare di sé. Elia e Reca sono stati i titolari sulle due fasce (Reca un po' meno, a lungo frenato da un infortunio) e sono delle perdite oggettive. A destra si è rimediato con Candela, davvero un bel giocatore. A sinistra è rimasto Aurelio a cui sarà affiancata una riserva, ancora da individuare sul mercato. Così lo Spezia è più debole? Non necessariamente ma, questo si può dire, non è più forte di prima.

Arrivi di valore – L'ingaggio di Cistana, lasciato senza ingaggio dal fallimento del Brescia, è sicuramente un 'colpo': ha esperienza e personalità, il Picco potrebbe presto apprezzarlo. Il rientro di Kouda, che è come se non se ne fosse mai andato, è una buona notizia mentre il giovane Comotto (in prestito dal Milan) dà l'impressione di poter essere un crack ma è nell'età in cui si va in giro in motorino e si prendono le prime cotte: chiedergli di fare la differenza è eccessivo (ma non stupirebbe se ci riuscisse). C'è poi l'incognita Zurkowski: sulla carta è un ottimo giocatore, ha alle spalle campionati in A e B. Alla Spezia, però, ha sempre fallito ed è tra i giocatori di cui il ds Melissano si libererebbe volentieri, anche perché ha un ingaggio fuori parametro. C'è tempo per trovare una soluzione anche se avere in rosa uno come lui è sempre stuzzicante.

Il nodo portiere – Lo Spezia ha perso questa estate due dei suoi tre portieri: Gori, molto bravo per tutta la stagione, è stato lasciato al nuovo Brescia (serie C) mentre Chichizola è passato al Modena. E' rimasto Sarr, che o è molto sfortunato o è fragile come una coppa di champagne: tra Cremonese e Spezia non ha quasi mai giocato, sempre fermato da infortuni anche gravi. C'è poi il giovanissimo Mascardi: è un prodotto del vivaio, di lui si dice un gran bene. Al debutto con la Sampdoria ha passato 90 minuti con qualche incertezza (pesante quella che è costata il vantaggio doriano) compensati da due rigori parati da fenomeno. Può essere il titolare? Forse, ma è comunque un azzardo, l'impressione è che se sarà possibile i galloni saranno attribuiti a Sarr. A completare il roster è arrivato Loria: D'Angelo lo conosce e garantisce per lui, resta però una riserva.

Ultimi rischi – La vera tragedia, che trascinerebbe lo Spezia molto indietro nelle previsioni di classifica, sarebbe la perdita dell'altro Esposito, Salvatore: con lui o senza di lui la squadra gioca due sport diversi e lo scorso anno si è visto chiaramente. Trovare un sostituto in pochi giorni sarebbe quasi impossibile, la speranza è quindi che nessun club bussi alla sua porta con argomenti pesanti. E' la chiave di volta su cui poggiano le potenzialità della squadra, il suo addio cambierebbe tutto. Altro nome appetito dal mercato è quello del difensore Wisniewski: dovesse lasciare la squadra il reparto si indebolirebbe molto. La speranza è che non si muova.

La certezza – Tra tante incognite c'è però una certezza, Luca D'Angelo: l'allenatore ha dimostrato capacità e continuità non comuni, le sue squadre giocano un calcio molto intenso e ben applicato. I suoi risultati in B sono sempre stati lusinghieri - anche se non è mai riuscito a conquistare una promozione - pertanto la sua conferma è il primo e più importante mattone. Basterà per riportare lo Spezia ai vertici della B? Senz'altro no, in campo vanno i calciatori: ma avere l'uomo giusto a guidarli e motivarli è già un bel vantaggio.

 

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