Sostenibilità, gli errori dell'Italia e il "disegno divino" per le rinnovabili
di Riccardo Olivieri - Simone Galdi
Secondo l'amministratore di Energy Time, Marco Pulitano, l'Italia ha perso l'occasione di diventare leader del mercato nel 2008-2012
Il Paese del sole e del vento che deve inseguire nel campo delle rinnovabili: suona come un paradosso, ma è la sintesi spietata di Marco Pulitano, l'amministrato di Energy Time. L'azienda, che viene definita EPC (Engeneering Procurement Construction), si occupa di impianti rinnovabili e nello specifico di fotovoltaico.
Disegno divino - "Con la guerra in Ucraina - spiega Pulitano - ci siamo accorti che l'utilizzo del gas era forse non necessario. Un disegno divino aveva dato all'Italia la possibilità di alimentarsi con il sole, con il vento e abbiamo scelto invece l'unica cosa che non avevamo né abbiamo deciso di importarla. Ci siamo alimentati con quello che non avevamo e siamo stati i primi a subire questa crisi. Da un punto di vista economico ha mandato in crisi famiglie e aziende che hanno rischiato, anzi molte sono fallite per colpa degli incrementi energetici. E un po come un giorno, durante un'intervista con un sottosegretario, ho detto abbiamo scelto di alimentarci con hamburger e patatine, quando noi siamo famosi per la dieta mediterranea: così come appunto siamo pieni di sole e vento, dovevamo ricordarcene un po' prima.
Questione nucleare - "È evidente che abbiamo bisogno di un mix energetico. Quello che non comprendo - prosegue l'amministratore di Energy Time - è iniziare oggi l'utilizzo di una nuova tecnologia: stiamo provando a utilizzare l'idrogeno da anni e non ci riusciamo, per i costi che ha l'idrogeno. Utilizzare una tecnologia che costerà tanto in termini di impiantistica sicuramente ci permetterebbe di avere un costo energetico basso, ma abbiamo fotovoltaico ed eolico oggi già disponibili. Una tecnologia matura, per un costo energetico bassissimo".
Occasioni mancate - "Continuiamo a non investire in termini di industria parlo per l'industria nel nostro in questo settore nel nostro Paese dico sempre questa cosa abbiamo avuto l'occasione nel quadriennio 2008 2012, in cui l'Italia era player di riferimento sul mercato. Non aver creato un'industria ed aver permesso ai cinesi di farla da padroni in quell'epoca ci fa dire che abbiamo perso un'occasione, un po' come sta succedendo oggi nell'automotive" conclude Pulitano.
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