Efficientamento energetico, la grande opportunità nel patrimonio pubblico
di Riccardo Olivieri - Simone Galdi
Roberto Rossi (Assistal): "Clima competitivo tra aziende per progetti ingegneristici all'avanguardia"
Assistal è l'associazione di Confindustria che racchiude gli operatori sull'efficientamento energetico delle Esco. Di fatto è l'associazione che gestisce il 97% del patrimonio pubblico. La transizione energetica tocca anche la pubblica amministrazione e schiude un mondo di possibilità, per risparmiare sui costi e migliorare l'impatto ambientale. Ne abbiamo parlato con Roberto Rossi, presidente di Assistal.
Interventi e progetti - "Oggi l'efficientamento energetico nel patrimonio pubblico è una grande opportunità - spiega Rossi - perché il patrimonio pubblico è molto indietro obiettivamente molto indietro sulle sue performance energetiche. Considerate che circa il 75% del patrimonio pubblico è in classe sotto la F, soprattutto edifici storici molto indietro da un punto di vista e alcuni molto energivori. Pensate a quanto consumano un ospedale o le università, le scuole, tutti gli edifici pubblici in generale. Per questo è una grande opportunità. Ci sono degli strumenti molto interessanti, in particolare il partenariato pubblico privato, il cosiddetto PPP, che permette alle aziende di fare progetti ingegneristici all'avanguardia e di finanziare, sempre in un clima competitivo, prodotti e sistemi sugli edifici pubblici.Rispetto al mondo edile, che è molto più invasivo e molto più costoso, i nostri interventi impiantistici sono decisamente più alla portata finanziaria della pubblica amministrazione. Otteniamo dei un efficientamento che può andare anche nell'ordine del 30-35% con investimenti relativamente piccoli".
Strumenti di efficientamento - "La tecnologia sta facendo grandi passi in avanti, in particolare in tutti gli strumenti digitali di controllo da remoto dei nostri sistemi. Quelli cosiddetti BMS o BAC sono sistemi che costano relativamente poco, a volte anche molto poco, ottengono benefici in termini di efficientamento davvero rilevante. E poi tutta la parte legata all'elettrificazione, quindi pompe di calore, che stanno diventando sempre più performanti, sino a caldaie a condensazione, e anche a fotovoltaici misti con impianti moderni, proprio per diventare più green e più efficienti".
Le criticità odierne - "La Germania sta facendo quattro gigawatt al mese di fotovoltaico - prosegue il presidente di Assistal - noi ne facciamo forse quattro all'anno: siamo un po' indietro. È uscita da poco la direttiva sulle comunità energetiche, su cui noi puntiamo tanto. Si sta rivelando un po' più difficile l'implementazione del previsto, secondo me occorre fare dei correttivi. Un punto nevralgico sta nel fatto che le Esco non possono partecipare al business, cioè non possono entrare dentro la comunità energetica: questo è un peccato. Ne capisco lo spirito, la comunità energetica non vuole essere fonte di business, però è anche vero che se vogliamo un'implementazione vera e veloce, le Esco hanno i soldi, la capacità di investimento, la tecnologia e la progettazione. Non ultimo, sono progetti a quel punto bancabili, cioè finanziabili dalle banche. Quando oggi la comunità energetica è fatta da attori 'deboli' è tutto molto più complicato. Questo fa secondo me sta frenando molto le implementazioni delle comunità energetiche.
La sfida dell'atomo - "Un po'complicato è anche parlare del nucleare, nel senso che delle nostre associate soltanto un paio, fra l'altro multinazionali francesi, hanno questo tipo di competenza. Come associazione e a titolo personale siamo assolutamente favorevole al nucleare moderno. Con le tecnologie di oggi, il mini nucleare e tutti questi strumenti che oggi sono assolutamente secondo me indispensabili per andare veramente a zero emission. Detto questo, conoscendo l'Italia, immagino che i tempi di implementazione saranno davvero lunghi, un po' perché sono lunghi per le tecnologie. Oggi fare un impianto nucleare, non dico il classico impianto nucleare, ma anche il micro nucleare richiede tempi lunghi e investimenti ingenti. Con le normative italiane e soprattutto con la riluttanza che potrebbero avere le varie cittadinanze ad ospitare questo tipo di impianti, la vedo come un qualcosa abbastanza complesso e complicato da gestire" conclude Rossi.
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