Slow Fish, chiusura con il botto di visitatori al Porto Antico di Genova

di Redazione

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L'appello degli organizzatori: "La politica sostenga i pescatori che stanno già facendo la conversione ecologica"

Slow Fish, chiusura con il botto di visitatori al Porto Antico di Genova

«C’è un mondo di persone che hanno già capito che questo sistema di produzione e distribuzione del cibo è anacronistico, che ragionare di crescita infinita non ha più senso di fronte alla finitezza delle risorse che dovrebbero garantirla. Sono le mitilicoltrici e i pescatori, le ostesse e gli artigiani, le esperte e i ricercatori che abbiamo incontrato in questi quattro giorni a Slow Fish e che stanno già facendo la conversione ecologica delle loro attività, ricercando, sperimentando, inventandosi soluzioni adeguate da un punto di vista economico e rispettose da quello ambientale», dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, al termine della quattro giorni che ha portato al Porto Antico di Genova decine di migliaia di visitatori. «Quello che chiediamo oggi è che la politica, a tutti i livelli, prenda atto di questo mondo, che faccia la sua parte per sostenere i semi del cambiamento che è già in atto. La manifestazione di Genova è un palcoscenico che allestiamo per raccontare queste esperienze, per costruire una rete in cui tutti i nodi si danno forza a vicenda. E lo facciamo insieme ai consumatori di tutte le età a partire dal piacere di conoscere e di degustare i prodotti della pesca, gli oli, i vini e i pani delle reti Slow Food di tutta Italia» conclude Nappini.

«Slow Fish è ormai un appuntamento fisso nel panorama degli eventi genovesi. Un evento che porta con sé non solo la consapevolezza di una enogastronomia di qualità, ma apre sempre a temi di stretta attualità sui quali la nostra società deve riflettere e le amministrazioni di ogni ordine sono chiamate a dare risposte. Ancora una volta la partecipazione e l’interesse di addetti ai lavori e del pubblico hanno dimostrato l’importanza di questa manifestazione che l’amministrazione comunale vuole consolidare sempre di più nella nostra città». Lo dichiara il sindaco di Genova, Marco Bucci.

Cuore della manifestazione è stata l’area Masaf, realizzata grazie al Po Feamp 2014-2020, Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, che ha ospitato le conferenze della Slow Fish Arena, gli show cooking con i cuochi dell’Alleanza Slow Food e la Ludoteca con le attività per bambine e bambini.

Nelle conferenze e nei Laboratori del Gusto in sala Reale Mutua - ma anche durante gli show cooking e i pranzi organizzati dalle regioni e dai comuni presenti con spazi espositivi e collettive di pescatori - abbiamo ascoltato la storia di Nikki Spil, oggi 33enne, figlia di pescatori, che nel nord dell’Olanda ha messo in piedi una ocean farm in cui coltiva ostriche, capesante e alghe in un sistema integrato. L’idea le è venuta quando suo padre un giorno le ha detto “qui stanno morendo tutti i pesci, dobbiamo fare qualcosa”. Ma nel capoluogo ligure sono arrivate anche le cuoche e i cuochi che dal sud al nord Italia stanno sperimentando in cucina - con ottimi riscontri - le cosiddette specie aliene, trasformando una minaccia ecologica in un’opportunità gastronomica: le Mariscadoras con il granchio blu, Daniele Provezza di Dispensa Franciacorta sul Lago d’Iseo con il pesce siluro ed Ernesto Palma con il pesce serra dalla Puglia.  

E poi ci sono le bambine e i bambini che sono venuti a Slow Fish con gli occhi della meraviglia e della speranza per partecipare ai laboratori organizzati alla Città dei bambini e dei ragazzi e all’Acquario in collaborazione con UniCredit e alle attività della Ludoteca. Alcuni di loro sugli ecosistemi acquatici ne sanno un mare, tanto che gli amichetti li chiamano “prof”, altri invece torneranno a casa con una consapevolezza nuova sulle specie aliene e quelle in via di estinzione. «Cosa ci aspetta nel 2100? Nessuno lo sa andando avanti di questo passo, anche se ci sono diversi scenari. Di certo è un peccato che le bambine e i bambini di domani non possano godere di tutta la biodiversità di cui abbiamo beneficiato noi da piccoli. I giovani di oggi sono nati già con la consapevolezza della crisi climatica e ambientale, il nostro ruolo di adulti è quindi innanzitutto dare il buon esempio, e poi far loro sperimentare il rapporto con l’acqua, la terra, le piante e gli animali» ha ricordato Marirosa Iannelli, del Water Grabbing Observatory.

Un aspetto che non manca mai nelle manifestazioni Slow Food sono le politiche locali del cibo, e in questa edizione di Slow Fish in particolare la tematica che riguarda lo spreco di cibo, un fenomeno inaccettabile per via delle risorse sprecate - acqua, terra, energia -, del cibo gettato via e del numero di persone che nel mondo soffrono di fame o malnutrizione. A Slow Fish abbiamo siglato un accordo con Ricibo, un'associazione con cui Slow Food collabora già da alcune edizioni e che, grazie a decine di volontari, ogni giorno ritira l’invenduto da supermercati, negozi e botteghe per distribuirlo a oltre 35 associazioni che operano nei vari quartieri di Genova. Ogni associazione si occupa poi di consegnare prodotti e preparati a famiglie in difficoltà, mense di solidarietà e senzatetto. Un lavoro volontario incredibile per far sì che a Genova non si sprechi nulla ma allo stesso tempo si aiuti chi è in difficoltà: anche Slow Fish, darà il suo piccolo contribuito.

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