Skymetro Genova, l'opposizione: "Deroga inaccettabile. Pronti a portare la questione sul piano nazionale"

di Gaia Cifone

"Tutto quanto negli anni è stato fatto sulla ridefinizione del Piano di bacino, per garantire una messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico, viene smentito in un mese da Toti: prima con l’autorizzazione a costruite in aree esondabili, ora azzerando il limite di dieci metri per la costruzione vicino ai fiumi per permettere al sindaco di Genova di costruire lo Skymetro sul Bisagno.

 

Per la realizzazione di un’opera retrograda e fortemente impattante sul territorio, Toti abiura se stesso, e dopo che a dicembre del 2015 (dopo l’alluvione del 2014), insieme alla sua Giunta aveva affermato: ‘Mai più costruzioni in deroga alla distanza minima di 10 metri da fiumi e torrenti’, modificando il regolamento regionale del 2011 che prevedeva la possibilità di costruire a tre metri dai fiumi, oggi dice che era tutto uno scherzo, e che la distanza dei dieci metri non vale per il Bisagno e per lo Skymetro: lì si potrà costruire sopra gli argini e avere tutte le deroghe necessarie.

 

Una scelta completamente inaccettabile e insensata, che dimostra chiaramente quali siano gli interessi di questa Giunta e sicuramente non sono quelli dei cittadini, e del territorio. La giustificazione che le infrastrutture strategiche sono ammissibili anche se ricadenti nelle fasce di tutela dei corsi d’acqua, è inaccettabile. Forse Toti ha dimenticato le vittime e le immagini di Genova sott’acqua proprio a causa dell’esondazione del Bisagno. Il rischio zero a Genova non ci sarà mai, neanche dopo la costruzione dello scolmatore del Bisagno. Aggiungere cemento, in una zona già fortemente cementificata, è una scelta pericolosa che mette a rischio la sicurezza delle persone e che va contro ogni scelta di sostenibilità ambientale. Ma Toti forse vive su un altro pianeta"