Silvia Salis chiude gli 'Incontri a Palazzo': politica, visione e servizio a Genova, "Ascolterò tutti prima di decidere"

di Matteo Cantile

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"Vincere le elezioni non è la presa della Bastiglia. Ci sono impegni presi che vanno rispettati seppur corretti. In otto anni fatte anche cose buone"

Si è conclusa con l’intervista alla sindaca Silvia Salis la fase pre-estiva della rassegna “Incontri a Palazzo”, promossa da TN Events&Media in collaborazione con Pallavicino&Friends. La neosindaca di Genova è stata protagonista di una conversazione pubblica con il direttore di Telenord, Matteo Cantile, nello storico scenario di Palazzo Interiano Pallavicino in Piazza Fontane Marose.

La rassegna, avviata il 3 giugno, ha offerto un ciclo di incontri che ha visto la partecipazione di personalità della cultura, del giornalismo e della politica nazionale, trasformando il palazzo nobiliare genovese in un salotto dedicato al dialogo. Tutti gli appuntamenti hanno registrato una significativa affluenza di pubblico, con momenti di confronto partecipato e attento.

Emozione - "Ero molto emozionata in sala Rossa per un motivo preciso. Credo che giurare sulla nostra Costituzione sia un onore e una grande responsabilità che non solo ti emoziona profondamente, ma ti fa capire il vero senso di quello che stai compiendo. Forse l'emozione più forte da quando è iniziata la campagna elettorale, entrare nella Sala Rossa ed essere nel mio ruolo, in quello che è anche un simbolo. Il fatto di giurare di fronte a tutto il Consiglio chiaramente è stato un'emozione irripetibile. Ho scherzato con il nuovo presidente del Consiglio Claudio Villa, dicendogli: 'Non sarà sempre così facile', nel senso che ieri è andato tutto piuttosto bene. Quello che mi auguro è un fair play a 360 gradi che non si limiti ad elezioni ma a una condotta che ispiri la quotidianità. Questo non vuol dire non scontrarsi e non vuol dire non avere opinioni divergenti, ma vuol dire entrare nel merito e non uscire dai binari delle questioni che riguardano la città."

Vicinanza - "Si dice 'scendere in politica'. Bisognerebbe dire 'salire in politica', perché ricevi un mandato importantissimo di rappresentare una comunità. Ogni azione che fai deve essere ispirata a meritarsi quella rappresentanza. L' impatto è stato estremamente positivo. Ho trovato una macchina comunale che aveva voglia di ripartire per questo nuovo corso. E molto qualificata. Sono figlia di due dipendenti comunali, per cui so quanto poi all’interno del Comune ci siano competenze e l’orgoglio di rappresentare appunto il Comune di Genova. C’è un legame che hanno i dipendenti del Comune di Genova doppio con la città e quindi questo va valorizzato. La sindaca non solo deve essere chiaramente una figura vicina alla cittadinanza, ma la macchina comunale deve essere composta da persone che riconoscano una solidarietà mia nei confronti del loro lavoro. Decidere di essere sindaca vuol dire sapere che per cinque anni servirai la città e la tua vita privata verrà comunque dopo. Questa è una decisione che prendi consapevolmente ed è una decisione che devi prendere con fermezza"

Famiglia - "Mio figlio compirà sei anni quando finirò questo mandato, per cui sono anni importantissimi nei quali ovviamente starò poco con lui. Credo che un giorno lui guarderà indietro e vedrà che sua mamma si è dedicata a una cosa importante. Ringrazio tutta la mia famiglia, anche per la pazienza che hanno avuto e avranno. Avere un compagno o una compagna di vita che sia un compagno di squadra è la cosa più importante. In cinque anni succedono tante cose".

Garantismo come principio saldo - "Voglio essere molto chiara e precisa: sono garantista e lo sono sempre, non solo quando riguarda la mia famiglia. I miei amici lo sono con tutti, quindi anche in questo caso sono garantista. Ci sono delle indagini, andranno avanti, avranno un risultato: in base a questo risultato noi prenderemo dei provvedimenti. Fino a quel momento, i provvedimenti non li prendiamo. "C'è un tema di opportunità, quindi verrà valutata l'opportunità di determinate scelte. È ovvio che sono fatti che, se verificati, sono gravissimi, di una gravità inaudita che non può essere in nessun modo tollerata."

La politica non è tifoseria - "Mi dispiace perché spesso la politica diventa una tifoseria. Ovviamente si è portati a pensare che una volta lette certe notizie si facciano i salti di gioia. Invece no. Io sono molto dispiaciuta, affranta e avvilita che Genova sia nuovamente sulle prime pagine dei quotidiani nazionali per la malapolitica. Quando succede qualcosa che scredita la politica, sta screditando anche te. Siamo in un Paese dove un elettore su due non vota, anche per questi motivi. Ogni volta che succede qualcosa di questo genere, perdiamo sempre più credibilità. E questo è molto grave. Spero che in questi cinque anni Genova torni ad essere sui quotidiani per temi positivi, per eventi importanti, per crescita industriale e iniziative sociali. Affrontiamo tutto con la massima serietà e compostezza. Non mi sono lasciata andare a nessun tipo di dichiarazione, anche se alcuni fatti mi riguardano direttamente. Proprio per questo non devo lasciarmi andare. Bisogna smettere di fare la politica della tifoseria e iniziare a dare un’altra immagine della classe dirigente."

Senso del tempo e del ruolo: lo stile sportivo - "Venendo dal mondo dello sport, so che ci sono momenti per preparare e momenti per decidere. A un certo punto, l’allenatore deve dire: ora c’è la gara. E così ho fatto: ho detto che avrei presentato la giunta dopo due settimane, e l’ho fatto. Non ho mai dato numeri in campagna elettorale perché preferisco essere realistica. Se dico una cosa, poi la rispetto. Avevo detto due settimane per la giunta, e così è stato."

Una scelta sulla cultura guidata dalla competenza - "Montanari è un professore competente, ha lavorato bene per Genova. Non lo conoscevo prima, ma guardo i curricula. Alcune polemiche su di lui sono state inutili: chi ha lavorato ai tavoli della cultura è normale che sia stato coinvolto anche con l’amministrazione precedente."

Una squadra mista, ma solida - "Non conoscevo nessuno nella giunta prima di questo percorso. Non ho fedelissimi, ho persone competenti con cui costruire fiducia. La squadra non può essere sana se non ti fidi di loro. Terrile ha le deleghe più numerose e importanti. È una persona con cui ho un rapporto quotidiano. Sa che non dormirà per i prossimi cinque anni. Lo sapeva anche prima di accettare. Quando si entra in giunta, si risponde alla giunta, non solo al proprio partito. La prima fedeltà è alla squadra, ai principi, alla legalità, alla trasparenza e all’attuazione del programma. Quando si passa dall’opposizione al governo si devono trovare soluzioni concrete. Spesso arrivano problemi che non ti aspettavi. È un esercizio continuo. Ma sono certa che lo affronteremo."

Continuità selettiva con le giunte precedenti - "Vincere le elezioni non è la presa della Bastiglia. Nessuno dà fuoco ai documenti. Ci sono impegni presi dalla precedente amministrazione che vanno rispettati, anche se possono essere corretti secondo la nostra visione. In otto anni sono state fatte anche cose buone. Alcune vanno corrette, adattate, ma non si butta via tutto. Né noi, né chi è venuto prima l’ha fatto. Questa città è il frutto di decenni di amministrazioni di segno diverso"

Idea di città - "La nostra idea di città è un’idea di città dove investire più risorse nei servizi. La qualità della vita si vede da con quanta facilità gli abitanti svolgono le loro funzioni primarie. Va strutturato un pensiero per i prossimi cinque anni per i servizi domiciliari, l’assistenza; la terza età diventerà un’emergenza a Genova."

Servizi, sicurezza, municipi - "È stata mia cura, nel mio primo incontro con il presidente Bucci, cercare di elaborare strategie comuni per sanità e servizi alla persona. Con il presidente Bucci ci sentiamo spesso: stiamo lavorando insieme su sanità e salute. Ho detto che la sinistra ha sbagliato a non parlare di sicurezza per anni. L’amministrazione comunale deve cercare il più possibile di ridurre le differenze. Ridurre le differenze non vuol dire far stare peggio chi sta meglio. Genova non è una città policentrica, ma ha questa ambizione. Ci sono municipi che si sentono abbandonati, anche per servitù di infrastrutture che insistono su certe zone per anni. Bisogna dare più potere ai municipi: capacità di spesa e di azione diretta sul territorio. Ci sono problemi strutturali, come quello dei rifiuti, che vanno affrontati con serietà. Non si può pensare che la forbice tra le aree della città sia così ampia. Ai due municipi vinti dal centrodestra verrà data la stessa dignità: massima collaborazione con tutti."

Delega allo sport - "Ho tenuto la delega allo sport perché penso sia fondamentale, soprattutto in una città con un’età media così alta. Serve una sperimentazione di sport per tutti, anche per la terza età: possiamo diventare un laboratorio nazionale. Credo molto nello sport come strumento di coesione sociale e team building. È nostra ambizione candidare Genova per gli Europei: vorremmo uno stadio all’altezza."

Scelte - "Ogni scelta che farò dovrà rispondere alla domanda: quanto costa al Comune di Genova? Accolgo il dibattito, ma poi bisogna decidere. Ignorare il confronto è diverso da saper scegliere."

Skymetro - "Lo SkyMetro non è la grande soluzione: i municipi interessati non hanno premiato il progetto. Man mano che affronteremo i progetti, dovremo trovare soluzioni concrete anche con i ministeri. Ci sono temi che restano fissi, altri che sorgeranno giorno per giorno: bisogna essere pronti."

Futuro - "Ora penso solo a servire Genova per cinque anni: non esiste un altro pensiero. Credo che fare il sindaco sia l’esperienza politica più forte e formativa."

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