L'indagine sugli anziani morti nelle residenze potrebbe estendersi: "Favorito il contagio"

di Michele Varì

3 min, 18 sec

Il direttore di Casa Serena sotto inchiesta: "Da 15 giorni non prendiamo più ricoverati dagli ospedali perchè non li controllavano in modo adeguato"

L'indagine sugli anziani morti nelle residenze potrebbe estendersi: "Favorito il contagio"

"Durante il mese di marzo la media degli ospiti deceduta è stata più elevata come è successo in tante strutture perchè i pazienti che arrivavano dagli ospedale non erano controllati, adesso invece li controllano bene...". 
E' l'ammissione al telefono rilasciata stamane a Telenord da Mauro Pruzzo, direttore sanitario di Casa Serena di via Balbi, la struttura per anziani finita sotto inchiesta dopo un esposto di familiari di due deceduti.
"Visto che che gli anziani che arrivavano dagli ospedale non erano controllari bene noi non abbiamo più fatti ricoveri - aggiunge Pruzzo-, è da quindici giorni che non prendiamo più nessuno dagli ospedali perchè prima vogliamo capire cosa succedendo, certamente siamo rimasti tutti presi alla sprovvista".

La prima inchiesta avviata dalla Procura di Genova sui decessi in una casa di riposo, partita dalla struttura di via Balbi, potrebbe allargarsi ad altre residenze per anziani, a Genova, al Righi e San Fruttuoso.

Si indaga intanto sulla morte di due donne ospiti della residenza per anziani Casa Serena. Tutto nasce dagli esposti presentati dai familiari. In almeno un caso, una donna di 84 anni, un tampone eseguito dopo il decesso, ha confermato il coronavirus. Un fatto che, denunciano i parenti, neanche preso in considerazione, né comunicato dalla struttura, alla quale avevano domandato le cartelle cliniche. Un comportamento su cui ora viene chiesto ai magistrati di fare luce, per accertare eventuali negligenze. Il fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Francesco Pinto e dal pubblico ministero Francesca Rombolà, ipotizza il reato di omicidio colposo a carico di ignoti.
La necessità di fare luce su quanto sta avvenendo nelle residenze arriva anche da molte segnalazioni da parte di familiari e parenti, ma anche abitanti dei palazzi circostanti che segnalano la notizie di molti più decessi del normale nelle strutture.
A Telenord nelle scorse settimane una fonte confidenziale attendibile aveva denuciato che dalla casa di riposto di via Balbi c'era un triste via vai di bare a causa dei decessi degli anziani ospiti, "mai visto tante bare uiscire ed entrare da quel palazzo" aveva riferito il testimone che evidentemente lavora o abita nella zona.
Ieri sera l'assessore alla Sanità della Liguria Sonia Viale nella conferenza di ogni giorno in Sala trasparenza dopo avere snocciolato i numero dei controlli avviati su tutti degenti e sul personale delle 131 Rsa liguri (12 mila anziani e 8 mila lavoratori) ha detto, come ha rimarcato lo stesso governatore Giovanni Toti, di non essere in possesso del numero dei decessi avvenuti nelle strutture sanitarie per anziani, una risposta che fa capire anche l'imbarazzo dell'ente di via Fieschi di fronte a questa emergenza nell'emergenza.
Mauro Pruzzo, il direttore sanitario di Casa Serena, stamane ha detto ancora: 
"Sono stato il primo a comprare le mascherine ffp2 che servono per proteggere in modo adeguato, le ho acquistate da un importatore, se aspettavo che mi arrivassero... ce ne hanno date un po' solo ieri". 
Pruzzo poi racconta: "Noi a marzo abbiamo avuto i soliti decessi che abbiamo tutti i mesi perchè abbiamo una struttura molto grande con molti pazienti anche precari e terminali, e poi c'è stato qualche caso in più come in tutte le strutture. Abbiamo una media di decessi che non è altissima perchè li curiamo bene. Ora sto stampando tutti gli esami fatti agli ospiti e continuo ad avvisare i familiari di ogni cosa che accade. Il problema è che i pazienti arrivavano senza controlli preventivi. Questo è il vero problema, quando è partito il contagio nessuno si è reso conto, la situazione ci è piombata addosso, anche se vedevamo quello che stava succedendo in Lombardia che è molto più drammatico. Non eravamo preparati, e a parte avere chiuso le strutture ai parenti non è stato fatto niente, e ci sono stati dei passaggi fra strutture anche riabilitative e con gli ospedali che hanno favorito eventuali casi. Noi comunque quello che dobbiamo fare lo facciamo e lo abbiamo sempre fatto".