Sesso e droga in un lussuoso palazzo storico del centro: sei arresti a Genova
di Marco Innocenti
Lo stabile è risultato di proprietà di una nobildonna genovese, del tutto all'oscuro di ciò che avveniva nel palazzo di sua proprietà
La Polizia di Genova coordinata dalla Procura della Repubblica, ha arrestato un cittadino italiano e posto ai domiciliari due cittadini peruviani e una coppia di moldavi con le accuse di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L'operazione ha portato anche all'arresto in flagranza di un'italiana che, dalla perquisizione, è risultata in possesso di mezzo chilo di droga, fra marijuana e cocaina. Il tutto in uno scenario alquanto inconsueto: un palazzo storico del centro di Genova, risultato peraltro di proprietà di una nobildonna genovese del tutto all'oscuro di ciò che avveniva nel suo stabile, oltre che in diversi appartamenti sparsi per il moderno centro direzionale della città.
Le indagini erano partite dalla testimonianza di una delle donne costrette a prostituirsi, che aveva raccontato agli agenti anche del fiorente giro di droga che si verificava all'interno del palazzo. L'italiano del gruppo, incaricato di gestire le locazioni, si avvaleva della cooperazione dei due sudamericani, i quali si occupavano della manutenzione degli alloggi, delle pulizie e della raccolta del denaro che veniva richiesto alle prostitute come canone di locazione, del tutto sproporzionato rispetto ai normali affitti della zona.
Gli accertamenti svolti durante le indagini hanno appurato che i “servizi” a pagamento erogati venivano pubblicizzati online tramite inserzioni sui principali siti di incontri a luci rosse. Ma per tenere nascosti i luoghi dove materialmente si sarebbero consumati i rapporti osé, l’ubicazione esatta veniva fornita al cliente solo dopo previ contatti telefonici nel corso dei quali venivano scremati i perditempo. Il tariffario variava da 50 euro a 150 a secondo del servizio prestato.
Ma lo stesso contesto condominiale ospitava anche un appartamento adibito ad uso diverso: vi era la famiglia del cittadino moldavo finito in carcere, che si occupava di “garantire la sicurezza” per conto dell’italiano e contemporaneamente praticava un’attività “in proprio”: spacciava cocaina ad una clientela di ogni estrazione sociale, nonché forniva droga alle stesse prostitute. Fidata collaboratrice era la moglie, che sovente si occupava di consegnare la sostanza stupefacente agli acquirenti, quando il marito non era in casa.
Le perquisizioni svolte negli immobili che ospitavano i “servizi speciali” a base di sesso e droga hanno certificato la presenza delle prostitute e cocaina, nonché quanto necessario per il confezionamento della droga. Inoltre, gli investigatori durante gli arresti hanno scoperto anche una terza persona coinvolta; infatti la cittadina italiana si era offerta di custodire altra droga per conto del cittadino moldavo presso la sua abitazione di Bogliasco. La donna perquisita è stata trovata in possesso di marijuana e cocaina, oltre un bilancino di precisione ed una macchina per il confezionamento sottovuoto. Circostanze queste che ne hanno determinato l’arresto.
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