Scuola, la protesta dei precari: "Nessuno vuole più fare l'insegnante"

di Fabio Canessa

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Con 'Quota 100' mille posti vacanti in Liguria, i sindacati: "Serve una stabilizzazione"

http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/03/120319-SCUOLA-canessa-02_10.mp4 Sciopero e sit-in di protesta degli insegnanti precari davanti alla Prefettura di Genova. Anche in Liguria il mondo della scuola lancia l’allarme in vista di un nuovo anno scolastico che potrebbe riservare alle famiglie brutte sorprese. Con l’ondata di pensionamenti in ‘Quota 100’, infatti, sono circa mille in Liguria e 300 solo a Genova le cattedre che saranno coperte con personale precario. Ma il rischio è che rimangano proprio sguarnite, anche perché per fare il maestro o la maestra non c'è più la coda come una volta. “Quest’anno, a differenza degli altri anni ci saranno parecchi pensionamenti – spiega Fernando Agostino, segretario della Uil Scuola Liguria – per cui il prossimo anno temiamo non solo molti posti vacanti, ma anche un problema di sicurezza, perché il fenomeno riguarda anche il personale Ata”. “Il prossimo anno, oltre ad avere scuole con precari, avremo posti in classe vacanti perché attualmente nelle graduatorie non ci sono persone disponibili per essere assunte – ribadisce Monica Capra, segretaria regionale della Cisl Scuola -. Anche i concorsi straordinari non hanno numeri sufficienti. I bambini potrebbero non trovare le insegnanti a scuola”. “C’è necessità di un piano di stabilizzazione – incalza Andrea Giacobbe, segretario ligure della Flc Cgil - Chiediamo la stabilizzazione dei precari di seconda fascia, che sono già abilitati e non devono dimostrare più nulla, ma anche una procedura di concorso riservato per chi ha tre anni di servizio. Gli strumenti ci sono, basta applicarli”. Si scopre, insomma, che il mestiere dell’insegnante non piace più. Lo dimostrano sia la ‘fuga’ degli aspiranti pensionati sia la penuria nelle graduatorie un tempo piene di gente in attesa. Per tappare il buco, poi, accade spesso che vengano chiamati docenti specializzati in materie diverse da quelle per cui c’è bisogno. “Quello dei pensionamenti è un segnale di malessere, gli insegnanti cercano di andarsene prima possibile. La politica non l’ha resa una professione dignitosa. Sulla scuola si è riversato di tutto, la frustrazione si manifesta con chi se ne va o sceglie di fare dell’altro”, commenta Monica Capra.