Scontri prima di Genoa-Inter con 15 agenti feriti, sindacati di polizia: "Basta parole, servono scelte politiche e prevenzione”

di Redazione

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Silp Cgil, Siup e Siap concordi sulla necessità di rivedere la gestione del sistema calcio e del relativo ordine pubblico

Scontri prima di Genoa-Inter con 15 agenti feriti, sindacati di polizia: "Basta parole, servono scelte politiche e prevenzione”

Dopo gli scontri avvenuti a Genova prima della partita Genoa-Inter, che hanno causato il ferimento di quindici agenti, i sindacati di polizia alzano la voce e puntano il dito contro politica, sistema calcio e gestione dell’ordine pubblico negli stadi.


Per il Silp Cgil quanto accaduto non è un episodio isolato, ma l’ennesima conferma di un problema strutturale. Il segretario generale Pietro Colapietro denuncia la mancanza di interventi concreti contro ultras violenti e società sportive che, direttamente o indirettamente, li tollerano. “È più facile usare il pugno duro contro lavoratori e studenti che affrontare gli interessi economici del calcio”, afferma, ricordando i legami accertati tra tifo estremo, criminalità organizzata e grandi flussi di denaro. A pagare il prezzo più alto, sottolinea, sono i poliziotti e i cittadini che vorrebbero vivere lo sport in sicurezza. Tra le soluzioni proposte: più steward, meglio formati e a carico dei club, e l’applicazione rigorosa della responsabilità oggettiva delle società anche per i fatti che avvengono fuori dagli stadi.


Sulla stessa linea il Siulp. Il segretario generale Felice Romano parla di una “ondata di violenza” che ogni fine settimana si traduce in feriti e in un ulteriore impoverimento degli organici già ridotti. “Alle pacche sulle spalle devono seguire norme più stringenti”, avverte, ricordando che quindici agenti fuori servizio significano meno sicurezza per tutti. Dal sindacato arriva anche una critica al Governo, accusato di non investire risorse adeguate nonostante le richieste avanzate da tempo.


Dal territorio genovese interviene infine il Siap, con il segretario Roberto Traverso, che mette al centro la specificità dello stadio Ferraris. Un impianto “bellissimo”, ma incassato nel cuore della città e quindi estremamente complesso da gestire sotto il profilo dell’ordine pubblico. Secondo Traverso, la mediazione della Questura con le tifoserie è altissima, ma diventa inefficace quando la violenza è deliberata. L’assenza di vere aree di separazione fa sì che ogni tensione si riversi immediatamente sulle strade cittadine, coinvolgendo residenti e automobilisti. Da qui la richiesta di maggiore attenzione preventiva, a partire dai divieti di trasferta, giudicati sottovalutati nonostante i rischi noti.


Il Siap rivolge anche un appello alla sindaca Silvia Salis: la ristrutturazione del Ferraris deve affrontare in modo strutturale viabilità, flussi e sicurezza delle aree esterne, per evitare che ogni partita a rischio diventi un’emergenza per Marassi e per le forze dell’ordine.

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