Scontri a Genova, Bucci: "Intollerabile attaccare la polizia, da che parte stavano?"

di Fabio Canessa

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Il sindaco contestato dal Pd: "Un comizio non si può negare". Toti: "Responsabile chi ha protestato"

Scontri a Genova, Bucci: "Intollerabile attaccare la polizia, da che parte stavano?"
"Non so se fossero tutti genovesi quelli che sono venuti con caschi, spranghe, bastoni. Da me non troverete mai una parola di difesa per chi viene in città a fare queste cose". Lo ha detto il sindaco Marco Bucci commentando gli scontri tra polizia e antifascisti giovedì pomeriggio a Genova durante il comizio di CasaPound. "Ho detto chiaro e tondo che è totalmente inaccettabile. La città non può accettare queste cose. Tutti quelli che fanno finta di non sapere come sono le leggi, e mi riferisco a quelli che sono anche avvocati e dovrebbero sapere come sono, a me hanno dato l'impressione di chi si comportava come si comportava l'Italia prima del 1945 e non ho ben capito da che parte stessero della barricata. Noi abbiamo fatto tutto quello che prescriveva la legge", ha detto il sindaco riferendosi alla polemica sollevata dal Pd che ha criticato la concessione della piazza a Casapound per un comizio che ha generato gli scontri. "Non è tollerabile attaccare la polizia, lo dico chiaro e tondo, i cittadini non devono attaccare la polizia, altrimenti si crea un sistema che non funziona", ha sottolineato il sindaco di Genova Marco Bucci a proposito degli scontri di ieri. "E in situazioni del genere si possono verificare cose che non devono succedere - ha aggiunto -. In queste situazioni possono essere coinvolte persone che non c'entrano. Come nel caso del giornalista ferito. Queste cose devono essere gestite in maniera intelligente". Per Bucci non dovevano esserci manifestanti con spranghe e bastoni. "Il problema grosso è che non si fanno manifestazioni andando ad attaccare la polizia, questa non è civiltà. Noi come città non accettiamo questo tipo di comportamenti e lo dico con forza. Non possiamo accettare manifestazioni dove la gente arriva con bastoni, spranghe, caschi". "Se si dovesse presentare un'occasione come quella di ieri? Probabilmente rivedremmo le aree, questa è una cosa che possiamo discutere. Però, detto sinceramente, piazza Marsala è un'area piccola, quindi è forse la più facile. In generale, se c'è un partito che è dentro la lista elettorale non gli si può negare di fare il comizio, c'è poco da fare. Si può decidere un'area, un posto forse più facilmente gestibile, questo sì, tutto è migliorabile. Però non si può dire di no, è illegale, il sindaco non può farlo". "È un'assurdità totale. Che si devasti una città, che si metta a rischio l'incolumità di persone, com'è accaduto al giornalista che stava facendo il suo lavoro così come agli agenti che sono finiti in ospedale, per contestare eventi sciagurati in una piazza trovo sia un comportamento irresponsabile. La responsabilità di quei feriti ricade su coloro che hanno organizzato quel corteo. Si può protestare serenamente senza impiegare i nostri agenti a difendere l'incolumità delle persone".  Così il governatore ligure Giovanni Toti. "Se il comizio di CasaPound aveva qualcosa di men che legale allora dovevano intervenire i magistrati, le prefetture, le procure, come in una democrazia matura. Le patenti di legalità non le dà la piazza ma le aule di giustizia. Se invece quel comizio era, come ritengo, legale ma pieno e infarcito di sciocchezze assurde dal punto di vista dei contenuti, la protesta deve rimanere civile sul piano delle idee".