Sassello: archiviata l'inchiesta sul cacciatore che sparò al lupo "confidente"
di Redazione
Il gip di Savona ha escluso rilevanza penale per un atto di autodifesa in una situazione di chiaro pericolo
Archiviato il procedimento penale che era stato aperto contro il sassellese che a settembre aveva sparato a un lupo sotto casa. Lo annuncia Franco Orsi, già senatore e vicepresidente della Regione Liguria, che ha seguito direttamente la vicenda. Dopo due mesi esatti di accertamenti, su richiesta dello stesso pm il gip di Savona ha deciso la chiusura del procedimento.
"Il protagonista di questa vicenda - spiega Orsi - è un cittadino sassellese che tutti conosciamo e vive in una cascina in mezzo alla campagna . Due mesi fa, intorno alla mezzanotte, è stato richiamato dalle grida della moglie che si trovava sotto casa e teneva in braccio il loro cane perché aveva davanti un lupo. Così il nostro compaesano prese il fucile e abbattè il predatore. Preso dal panico trasportò fuori mano la carcassa del lupo, ma tornato a casa passò la notte insonne e la mattina seguente decise di andare dai Carabinieri a denunciare l’accaduto".
Fu l'inizio di un'odissea. In molti gli avevano dato del "nescio" per essersi autodenunciato, ma lui diceva: “Non riuscivo a tenermi questa cosa”. Orsi nota, sul suo profilo social: "Senza la sua autodenuncia, nessuno probabilmente avrebbe mai trovato un collegamento tra di lui e la morte del lupo confidente.
"È chiamato “confidente” - spiega l'ex parlamentare - un lupo che non ha paura dell’uomo e che si avvicina alle case e non si allontana neppure se sente urla o schiamazzi; fortunatamente i lupi confidenti sono una eccezione e rappresentano un potenziale pericolo per tutti compresi gli altri lupi. Proprio nelle settimane precedenti all’accaduto a Sassello erano state numerose le denunce di cittadini che si erano trovati dei lupi davanti alla soglia di casa e numerose sono state le segnalazioni di animali domestici sbranati: gatti, cani, capre e un vitello".
"L’abbattimento di un lupo è comunque una cosa assai spiacevole - commenta Orsi - ma il nostro compaesano ha fatto bene ad avere fiducia negli inquirenti e nei magistrati denunciando l’accaduto, perché il Tribunale di Savona gli ha reso giustizia. Qualcuno aveva già pronunciato mediaticamente una sentenza di condanna, la Lega nazionale per la difesa del cane aveva annunciato di volersi costituire parte civile. Il cane del nostro compaesano è salvo. Non lo ha difeso la Lega ma i suoi padroni anche a rischio della loro incolumità. La magistratura oggi ci ha detto che avevano il diritto di farlo".
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