Santi (Federagenti): "Il governo cambi passo: cabina di regia estesa su logistica"
di Edoardo Cozza
Il presidente della federazione nazionale degli agenti marittimi: "Bisogna muoversi per diventare competitivi con gli scali del Nord Europa"
"Siamo veramente sicuri che l'Italia è un Paese con il mare? La domanda è provocatoria, ma se con oltre ottomila chilometri di coste e la seconda manifattura europea non riusciamo a far funzionare i nostri porti e ne subordiniamo lo sviluppo a una lunga lista di altre priorità, vuol dire che non ce ne ricordiamo abbastanza". Alessandro Santi, presidente di Federagenti, la federazione nazionale degli agenti marittimi, rilancia la necessità di una maggiore attenzione al mare da parte del governo con una cabina di regia dei trasporti e del mare, presso la presidenza del consiglio.
"Pensiamo ad una cabina della logistica in senso esteso. Un ministero del mare non sarebbe sufficiente - spiega - oggi lavoriamo su un concetto di reti che uniscono più nodi per non perdere di vista il fatto che i porti devono parlare con ferrovie e strade, che serve una regia per unire i porti con le infrastrutture a terra". Il Pnrr stanzia investimenti importanti. "Sono circa 4,1 miliardi - continua Santi - destinati al mare e alle infrastrutture marittime, su un volume di più di 200 miliardi. Non dimostrano una grande attenzione. Ma è solo uno degli aspetti. C'è il nodo dell'accessibilità nautica, con i dragaggi che dovrebbero essere la cosa più naturale per un porto, invece sono un problema enorme in tutta Italia per la burocrazia e la mancanza di coordinamento fra ministeri. E c'è la necessità pure dell'accessibilità terrestre essendo porta che collega mare e entroterra".
Santi invoca un "cambio di passo del governo" per diventare competitivi con gli scali del Nord Europa. "Siamo una piattaforma naturale sul mare, eppure per molti dei nostri traffici dipendiamo dai porti del Nord Europa. Non siamo in grado di fare quello che fanno Grecia, Germania e Olanda, cioè essere una piattaforma logistica anche verso gli altri Paesi. Solo il 3% di quello che arriva in Italia è destinato all'estero, non riusciamo a utilizzare la nostra capacità logistica per arrivare a servire gli altri Paesi (quello che stiamo cercando di fare con Genova e Trieste) dove invece la merce entra dal Nord Europa. Serve una visione strategica che ci porti ad essere competitivi ed efficaci. Noi siamo pronti a collaborare, c'è tanto da fare".
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