Sanità, l'opposizione chiede la chiusura di Alisa. Martedì l'informativa di Bucci sul buco di bilancio

di R.O.

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Il presidente parlerà in aula, da lì si darà il via alla discussione. Al centrosinistra risulta un saldo negativo di 62 milioni, Bucci ribatte: "Sarà di 20-25"

Sanità, l'opposizione chiede la chiusura di Alisa. Martedì l'informativa di Bucci sul buco di bilancio

Riorganizzare il servizio sanitario regionale partendo dalla chiusura di Alisa: non è un deja vù ma la proposta che le opposizioni (Pd, Avs, 5 Stelle e Lista Orlando) porteranno in aula nel prossimo consiglio regionale, in cui il presidente di Regione Marco Bucci leggerà la sua informativa sul buco in sanità. La lettura servirà a fare chiarezza sui numeri emersi: l'opposizione afferma che il buco è di 62 milioni di euro ma il presidente Bucci aveva risposto che la cifra si assesterà sui 20-25 e che i soldi in più derivavano da alcune spese che il Ministero aveva chiesto di inserire nell'esercizio 2024.

Critiche - L'idea di chiudere Alisa, almeno sulla carta, non piace solo a sinistra. In campagna elettorale fu Fratelli D'Italia col segretario regionale Matteo Rosso a definire l'agenzia "il vulnus della sanità", e anche Bucci nei mesi scorsi aveva risposto ad alcune provocazioni del consigliere dem Andrea Orlando con un'apertura. Ma i dem insistono e spiegano che nel settore della sanità sono state fatte "una serie di nomine fantasiose da inserire nella struttura sanitaria regionale, tra consulenti e Consiglio superiore della sanità ligure, del tutto in contrasto con l’assetto che faceva ruotare ogni decisione intorno ad Alisa - ha dichiarato Andrea Orlando -. È giunto il momento di capire come queste architetture barocche possano essere compatibili con una struttura che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza e incapacità. Il presupposto per la riorganizzazione dei servizi è, da un lato quello di costruire una programmazione e dall’altro di avviare una governance per attuarla e verificarne i risultati. Ad oggi non ci sono entrambe, né la programmazione né la governance. Le aspettiamo”.

“L’esperienza ci ha dimostrato che questa sovrastruttura ha fallito nella sua missione di organo di coordinamento, controllo e elaborazione complessiva sulla sanità in regione. Non ha risolto le criticità della sanità ligure ma le ha aggravate: liste d’attesa interminabili, difficoltà nell’accesso alle cure, mobilità passiva in crescita e un sistema burocratico sempre più macchinoso - dichiara Gianni Pastorino, consigliere regionale Lista Orlando, rappresentante di Linea Condivisa e primo firmatario della mozione - Proprio per contrastare queste storture, come Linea Condivisa abbiamo aperto gli Sportelli Diritto Salute a Bolzaneto e Sampierdarena, punti di riferimento fondamentali per chi si scontra ogni giorno con ostacoli nell’accesso alle prestazioni sanitarie. In poco più di un anno abbiamo raccolto centinaia di segnalazioni e aiutato concretamente centinaia di cittadine e cittadini a ottenere visite ed esami che il sistema pubblico non riusciva a garantire nei tempi previsti. Alisa., invece, ha fallito: non ha migliorato la sanità ligure, non ha garantito maggiore efficienza, non ha risolto i problemi di accesso alle cure. È solo un livello burocratico in più che si sovrappone a Asl, Assessorato e aziende ospedaliere, complicando ulteriormente la gestione del sistema sanitario regionale”.
“L'abolizione di Alisa – osserva il capogruppo del Partito Democratico in Regione Armando Sanna - era e deve essere il punto di partenza per ricostruire la sanità in regione Liguria. Lo chiediamo ormai da anni. Un'agenzia che toglie risorse alla rete dei servizi, in particolare per la non autosufficienza, per le persone anziane, gravando drammaticamente sui conti di un sistema sanitario ligure allo stremo, appesantita, da ultimo, con ulteriori sovrastrutture utili solo a generare altre poltrone. Una situazione ormai cronicizzata, che fra liste d'attesa infinite e fughe sanitarie in altre regioni ribadisce, se ancora ve ne fosse bisogno, l'emergenza che i cittadini liguri stanno vivendo. Il tempo è scaduto. Bisogna chiudere questo carrozzone inutile”.

 “Alisa – aggiunge la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Selena Candia - è stata spacciata per anni come la soluzione invece è diventata il problema. Ha complicato la gestione sanitaria invece che semplificarla e ha aumentato i costi che dovrebbero invece essere usati per il personale. E soprattutto viene usata da paravento per un potere politico che non ha il coraggio di assumersi la responsabilità di quello che sta facendo, ovvero smantellare la sanità pubblica per far avanzare quella privata”.

“Il fallimento di Alisa - dichiara il capogruppo regionale del M5S Stefano Giordano - lo avevamo ampiamente predetto nel 2016. In ben due legislature abbiamo continuato a denunciare la spesa folle che quel vergognoso poltronificio voluto da Toti e Viale rappresentava per le tasche dei cittadini. Otto anni di sperperi che la maggioranza ha voluto imporre a tutti i costi ai liguri senza dare loro un servizio sanitario efficace. L’imbarazzo della destra è finalmente emerso in tutta la sua plasticità all’alba della campagna elettorale dello scorso ottobre. Definita un “vulnus” da quasi tutti i partiti del centrodestra, è stata finalmente riconosciuto la necessità di relegare la pessima esperienza nel passato, chiudendo il carrozzone… Peccato che oggi, una volta tornata al potere con Bucci, la destra faccia la gnorri e continui a sostenere la super Asl che di super ha solo i costi monstre. È ora di dire basta ed è ora che la maggioranza regionale faccia mea culpa: chiudiamo Alisa e usiamo meglio i soldi dei contribuenti per garantire a tutti una sanità pubblica credibile capace di dare risposte immediate. È accettabile continuare a foraggiare un carrozzone che si mangia oltre 40 milioni di euro annui senza che vi sia una corretta programmazione sanitaria? No. Chiudiamo quel capitolo che in otto anni ha dato vita a sperpero economico, diseconomia e costi fuori controllo”.

"Alisa è finita, se ne prenda atto. Il Partito Democratico - conclude Enrico Ioculano consigliere regionale PD e vicepresidente Commissione Salute -  ha sempre sostenuto che fosse un Ente autoreferenziale. Durante la campagna elettorale, anche il centrodestra ha riconosciuto questa realtà, seppur con posizioni discordanti al suo interno: alcuni la sostenevano, altri erano dubbiosi, mentre c'è stato chi l’ha definita addirittura "un doppione dell’assessorato, non serve a nulla" (On. Matteo Rosso - Fratelli d'Italia, il 20 settembre 2024). Oggi è necessario mettere la parola fine all’esperienza di questo Ente, che non ha raggiunto nessuno degli obiettivi per cui era stato istituito. Di certo, non è riuscito nell’intento di omogeneizzare i processi tra Aziende e territori, se non addirittura complicare i processi di governance."

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