Sampdoria: ripartire da Cittadella con realismo, aspettando gli infortunati

di Stefano Rissetto

3 min, 5 sec

Quarta vittoria esterna, la prima in rimonta, meglio però tenere i piedi per terra

Sampdoria: ripartire da Cittadella con realismo, aspettando gli infortunati

Non è la prima volta che sull'orlo del pozzo la Sampdoria trova il guizzo per rilanciarsi. La vittoria di Cittadella, ottenuta per la prima volta in rimonta, rende la classifica meno spettrale di quanto fosse sia al fischio d'inizio della gara del “Tombolato”, sia dopo il pasticcio di Ghilardi e soprattutto Stankovic che aveva portato i padovani in vantaggio.

E' la quarta vittoria in trasferta dopo quelle di Terni, Modena e Reggio Emilia e giunge a lenire le preoccupazioni, oltre che a snebbiare l'orizzonte di Andrea Pirlo, che alcune fonti (peraltro seccamente smentite dagli ambienti di via Cavour) davano a rischio, a vantaggio del carissimo Beppe Iachini, icona spesso evocata anche in questo campionato, nella convinzione subliminale che il tecnico piceno potrebbe replicare l'impresa del 2012.

Giova allora ricordare che quella Sampdoria, partita in estate con la stessa squadra della retrocessione più alcuni innesti non tutti azzeccati (Piovaccari e Bertani, per non fare nomi), venne totalmente rifondata a gennaio. Erano infatti arrivati Eder, Munari, Renan, Pellè, Berardi, Mustafi, Icardi e Juan Antonio, per un esborso di 35 milioni, il più consistente in una sessione di mercato degli ultimi decenni, una delle campagne più costose di sempre eccettuando il periodo mantovaniano, forse la più cara mai attuata da una squadra di B. Basti pensare che per 8/11 la formazione tipo del girone di ritorno della B 2012, tre anni dopo, sarebbe andata a inaugurare il girone di ritorno in casa della Lazio da terza in classifica in serie A. Iachini fu decisivo, con la sua concretezza e passione e competenza, nel ridare fiducia a un ambiente depresso, ma gli fu messa a disposizione una squadra ben diversa e molto più forte da quella di avvio stagione. Oggi una simile operazione non è ripetibile, date le condizioni emergenziali in cui continua a trovarsi la società, che infatti sta per chiudere il mercato invernale con due partenze (Verre e Delle Monache) a fronte del solo arrivo di Alvarez.

La speranza è che il recupero degli infortunati di lungo corso, una lista infinita e in continuo aggiornamento, uno entra e uno esce come gli ometti del barometro, possa avvenire in tempo per allontanare la Sampdoria dalla zona pericolosa, obiettivo che lo stesso Pirlo giudica prioritario, per tentare un avventuroso rientro nella fascia nobile della graduatoria. Ma questa Sampdoria sembra procedere ad alti e bassi, quasi riassunta nella figura stessa di Ghilardi, increscioso sul gol del Cittadella e grandioso a segnare il punto del vantaggio. Già, Ghilardi: uno dei non pochi calciatori arrivati in prestito secco, in un organico strutturalmente provvisorio che a giugno, comunque vada, andrà ricostruito quasi da zero.

Sullo sfondo, resta la situazione societaria, con il fastidioso rumore di fondo dei ricorsi giudiziari e delle inchieste legate alla precedente gestione, che tuttora scalpita per ottenere altro denaro e diventa arduo comprendere a quale titolo, date le circostanze che il 30 maggio avevano visto passare di mano la quota di controllo con un blitz allora considerato giuridicamente ineccepibile: non certo il contesto ideale per attrarre investitori. Ferma restando la fiducia in chi si è assunto l'improbo compito di spalar via le macerie degli ultimi dieci anni, gestione purtroppo assai spalleggiata dal volgo, gli interrogativi restano. Questo serio scenario prescinde dalla bella vittoria di Cittadella, applaudita da quasi duemila trasfertisti, secondo una costanza e una fedeltà che c'entrano davvero poco con la bassa serie B. E che meritano qualcosa di diverso dal declino apparentemente inarrestabile cui i tifosi vanno assistendo ormai dalla smobilitazione post-Champions e dalla conseguente retrocessione, terza in 24 anni. Se non i risultati, senza andare a cercare l'età dell'oro 1985-1994 basterebbero e avanzerebbero quelli del primo decennio del secolo, almeno chiarezza sulle prospettive.