Sampdoria, Pirlo e la voglia matta di trasformare l'impresa in miracolo

di Maurizio Michieli

3 min, 7 sec

Comunque vada a finire la stagione, la squadra blucerchiata sta producendo il massimo

Sampdoria, Pirlo e la voglia matta di trasformare l'impresa in miracolo

Anche se in molti (troppi) negli ultimi anni raccontano il calcio come fosse una materia complicatissima, chiunque minimamente esperto la scorsa estate avrebbe compilato la classifica del campionato di serie B proprio come appare cristallizzata oggi, a tre giornate dal termine della cosiddetta regular season. Posizione più, posizione meno. E al netto di un paio di inevitabili sorprese. Per esempio, il Catanzaro è andato un po' oltre le aspettative e il Bari un po' al di sotto. Ma sfido chiunque a negare che, restando nelle zone alte della graduatoria, Parma, Como, Venezia e Cremonese siano le quattro squadre, anzi, le quattro "rose", più forti e le immediate inseguitrici quelle deputate a giocarsi il posto nei play off. Sampdoria compresa.

Ecco perché, comunque vada a finire questa stagione, la Samp di Andrea Pirlo sta spremendo il massimo da se stessa. La scorsa estate questo era stato l'obiettivo dichiarato e questo è. Con ottime possibilità di centrarlo. Considerata la partenza in ritardo, un mercato limitato dai paletti finanziari, qualche errore in fase di costruzione dell'organico (tre terzini sinistri e nemmeno un centrale difensivo di categoria, l'incerta attribuzione del ruolo di centravanti), la sottovalutazione iniziale delle difficoltà da parte dello stesso allenatore (neofita della B pure lui), l'età media molto giovane, addirittura giovanissima nel delicato reparto arretrato dove in B dettano ancora legge i Masiello, l'ecatombe di infortuni che hanno privato la formazione per quasi due terzi del campionato di tre elementi del calibro di Pedrola, Esposito e Borini. Tralasciando i lungodegenti e non considerando Benedetti. Misceliamo il tutto e aggiungiamo i due punti di penalizzazione.

Basterebbe questo a smascherare i leoni da tastiera che si lamentano del poco gioco (indubbiamente è così) espresso dalla Samp nelle ultime giornate. Chi storce il naso di fronte alla partita di Lecco o è in cattiva fede o non conosce il calcio. Pirlo, con il peso della rsponsabilità di dover fare risultato a ogni costo, ha dovuto rinunciare a Depaoli, Esposito e Borini squalificati, all'acciaccato Piccini e ha perso per strada, su un terreno infame e contro un avversario in cerca di gloria effimera e senza nulla da perdere, pure Kasami e Murru. Non a caso, appena sono entrati De Luca e Pedrola (prima non potevano farlo) la partita è completamente cambiata e i tre punti sono arrivati, trasformando il pantano del "Rigamonti Ceppi" in velluto.

Immaginate questa Sampdoria: Stankovic/Depaoli, Piccini, Ferrari, Murru (o Barreca o Giordano); Kasami, Yepes, Benedetti (o Vieira o Darboe)/ Pedrola, De Luca, Esposito con Borini jolly per ogni ruolo dell'attacco in virtù della sua esperienza. Questa è la Sampdoria, non quella scesa in campo obtorto collo a Lecco, in piena emergenza. Questa Sampdoria, senza tra l'altro i due punti di penalità, sarebbe a ridosso delle quattro "grandi" del campionato di serie B. E, probabilmente, sarebbe pure in grado di competere con loro.

Non c'entrano l'ottimismo e l'euforia, sono dati oggettivi, certificati dai numeri. Ecco perché a gennaio, rilevando anche come il gruppo fosse attaccato ad Andrea Pirlo, dissi e scrissi che la Samp sarebbe approdata nei play off. Non c'è ancora, ma numericamente senza il -2 è come se ci fosse. E, comunque, ha le carte in regola per arrivarci, magari già domenica nello scontro quasi diretto con la rediviva Reggiana. Ecco perché sostengo che Pirlo abbia fatto un grande lavoro, pur tra alti e bassi e con inevitabili peccati di inesperienza. Per larghi tratti della stagione questa non è stata una squadra, ma un'armata brancaleone, compresa la trasferta di Lecco. Eppure ne è uscita vincente.

Per quanto mi riguarda, possiamo già parlare di impresa. Per il miracolo, speriamo che dalle parti di Bogliasco si stiano attrezzando.

    

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