Sampdoria, arrestato il presidente Massimo Ferrero. La società: "Si è dimesso da ogni carica"

di Marco Innocenti

3 min, 45 sec

Il club non sarebbe coinvolto nell'inchiesta che riguarderebbe tre società cinematografiche

Sampdoria, arrestato il presidente Massimo Ferrero. La società: "Si è dimesso da ogni carica"

Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta della procura di Paola per reati societari e bancarotta. Secondo quanto riferisce l'agenzia Ansa, la squadra ligure non è coinvolta nelle indagini, che sarebbero partite dal fallimento di tre aziende con sede in Calabria, più precisamente nel comune di Acquappesa. Ferrero è stato trasferito in carcere, mentre per altre 5 persone sono stati disposti i domiciliari.

Il blitz sarebbe scatatto nelle prime ore della mattinata, con alcune perquisizioni in Lombardia, Lazio, Campania, Basilicata e Calabria. Dalle prime indiscrezioni, non ancora confermate, sembra che nella vicenda siano coinvolti anche la figlia Vanessa e il nipote Giorgio. Il presidente della Sampdoria sarebbe stato prelevato mentre si trovava a Milano e, da qui, trasferito nel carcere di San Vittore.

Anche Giuseppina Tenga, avvocato del presidente Ferrero, ha confermato all'agenzia LaPresse l'estraneità del club blucerchiato all'inchiesta della procura di Paola. La vicenda riguarderebe invece tre società cinematografiche, la Blu Cinematografica GF, la Ellemme Group e la Maestrale, tutte e tre fallite nel breve volgere di pochi anni. La Blu Cinematografica nel 2017, così come anche la Ellemme Group, dopo peraltro aver prodotto un solo film nel 2010. Più recente invece il fallimento della Maestrale, arrivato nell'estate del 2021.

Nelle prime ore del pomeriggio, l'U.C. Sampdoria ha emesso un comunicato ufficiale: "Con grande stupore si è appreso dell’odierna esecuzione di una misura cautelare di custodia in carcere a carico di Massimo Ferrero, richiesta da parte della Procura della Repubblica di Paola per vicende fallimentari relative a fatti di moltissimi anni fa e rispetto alle quali non sono di chiara ed immediata percezione le stesse esigenze cautelari alla base per l’evidente assenza di attualità, tanto più considerando che per tre delle quattro società calabre coinvolte vi era già stata allo scopo una transazione con le relative procedure già perfezionata e adempiuta".

"Tali vicende - prosegue la società - in ogni caso, preme precisare che sono del tutto indipendenti tanto rispetto alla gestione e alla proprietà della Società U.C. Sampdoria quanto rispetto alle attività romane di Ferrero e legate al mondo del cinema, già oggetto di procedura avanti al Tribunale di Roma. Tuttavia Ferrero, proprio per tutelare al meglio gli interessi delle altre attività in cui opera, e in particolare isolare anche ogni pretestuosa speculazione di incidenza di un tanto rispetto all’U.C. Sampdoria e al mondo del calcio, intende formalizzare le dimissioni immediate dalle cariche sociali di cui sinora è stato titolare, mettendosi nel contempo a immediata e completa disposizione degli inquirenti, che verranno contattati dai suoi legali, gli avvocati Luca Ponti e Giuseppina Tenga, proprio per chiarire fin da subito la propria posizione ed evitare che, dalla del tutto inaspettata e presente situazione, possano derivare ulteriori pregiudizi a carico di realtà estranee, come la U.C. Sampdoria, che ne sarebbero gratuitamente danneggiate. Si confida che tutto si possa risolvere in tempi brevissimi anche considerando che il Trust adottato in funzione delle procedure romane contemplava, a garanzia, anche l’accantonamento di somme proprio a tutela delle procedure di cui alla Procura di Paola".

Emergono intanto sempre maggiori dettagli sull'inchiesta che, nella mattinata, ha portato all'arresto del presidente Ferrero e di altre 5 persone, tra cui la figlia Vanessa e il nipote Giorgio. Secondo quanto scrive il gip del tribunale di Paola nell'ordinanza di custodia cautelare, Vanessa Ferrero avrebbe sottratto oltre 740mila dalle casse della società per "procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto e recare pregiudizio ai creditori". "Dal gennaio del 2011 al dicembre del 2012 - si legge ancora nell'ordinanza - con ripetuti prelevamenti dai conti correnti bancari nella disponibilità della Ellemme Group Srl, sia in contante che a mezzo assegni, distraeva l'importo di 740.520 euro".

La stessa figlia Vanessa risulta poi essere l'amministratore unico della Ellemme Group srl, società che - sempre secondo i magistrati della procura di Paola - si sarebbe accollata complessivamente un debito di oltre un milione e 200mila euro che diverse società del gruppo avevano verso Rai Cinema Spa, "rinunciando così ad incassare i crediti dalla stessa vantati nei confronti di Rai Cinema Spa senza richiedere alcuna controprestazione e senza pattuire interessi-corrispettivi". Una mossa che, si legge nelle carte "cagionava il dissesto della società Ellemme Group Srl". Secondo le indagini svolte, però, ad amministrare la società, di fatto, sarebbe stato lo stesso Massimo Ferrero.