Sampdoria, l'appetito vien mangiando e la società è appetibile

di Maurizio Michieli

3 min, 32 sec

I risultati della squadra possono trainare il club, diventato un modello da replicare

Sampdoria, l'appetito vien mangiando e la società è appetibile

Le vittorie con i quotati avversari Cosenza, Palermo e Modena - inframmezzate dall'immeritata sconfitta di Bolzano - hanno restituito la Sampdoria al "suo" campionato, ovvero alla dimensione di una squadra che la scorsa estate non era stata costruita per vincere la serie B ma che aveva per il blasone di chi in C non è mai stato il dovere morale di non soffrire, di non far soffrire i propri incredibili tifosi e magari di guardare con attenta curiosità a quanto accadrà da marzo in avanti nella zona play off (aperta sino all'ottava posizione, giova ricordare e l'appetito vien mangiando).

Personalmente abbiamo sempre sostenuto che non tutte le responsabilità dell'avvio stentato e stentoreo in campionato erano di Pirlo, a cui spettava soltanto la sua quota, ovvero l'integralismo di chi - grande ex calciatore e poi allenatore della Juventus - voleva tutto e subito: bel gioco e risultati. Qualcuno gli ha "toccato il tempo", lui stesso si è messo in discussione e da campione anche di umiltà ha saputo modificare l'atteggiamento della Sampdoria, accettando il compromesso delle partite sporche e "piegandosi" di buon grado alla duttilità tattica.

Nel frattempo - malgrado il "peccato" originale di un organico allestito (tra le note difficoltà) in maniera disomogea (tre terzini sinistri e due soli difensori centrali di 20 anni) - i giovani si sono fatti le ossa e sono cresciuti (l'emblema è Stankovic ma vale per Ghilardi, Facundo, Giordano, Yepes ed Esposito), i senatori hanno risposto all'appello di Pirlo di prendere in mano la situazione (su tutti Fabio Borini, che ho avuto il piacere di intervistare in esclusiva per Telenord tastandone lo spessore anche umano: a Modena ha disputato una gara monumentale per intensità e sacrificio, un esempio per tutti), la condizione atletica ha finalmente supportato Kasami (quasi un lusso per la B) e il sempre più volitivo Vieira. In ultimo il ritrovato De Luca, reduce da un lunghissimo calvario fisico e potenzialmente l'unico della rosa in grado di indossare i panni della prima punta, del "vecchio" centravanti, ruolo quanto mai importante nel gioco di Pirlo che prevede sempre in campo altri due calciatori ad alto potenziale offensivo (al "Braglia" appunto Borini ed Esposito).

La sosta di campionato, prima del derby regionale con lo Spezia, forse non capita al momento giusto sul piano emotivo e impedisce alla Samp di sfruttare la scia generata dall'autostima ma servirà comunque a recuperare energie, qualche infortunato e perché no il desaparecido Matteo Ricci, uno che conosce la B come le proprie tasche e che potrebbe ulteriormente spostare gli equilibri verso l'alto se riuscisse a innescare, più nella testa che nelle gambe, un circolo virtuoso.

Sistemate un po' (non ancora del tutto, ma la strada è tracciata) le cose sul rettangolo di gioco, adesso si apre la partita societaria che vedrà l'assunzione del ruolo di presidente da parte di Matteo Manfredi e la decisione di Marco Lanna se restare all'interno del club (o come presidente onorario e come membro del Cda con delega alla Fondazione Sampdoria, da lui stesso ideata ma allo stato attuale senza risorse economiche stanziate per avviarla). Di certo, qualunque sarà la scelta di Lanna, sarà fatta con la sobrietà e l'amore per i colori blucerchiati che hanno contraddistinto il suo operato da quando, nel dicembre 2021, subentrò al suo predecessore dopo che costui venne tradotto a San Vittore.

Il passo ulteriore - che spetterà a Matteo Manfredi, non senza il coinvolgimento di Andrea Radrizzani nelle vesti di primo investitore - sarà quello di trovare altri finanziatori del club. Che, grazie all'utilizzo impeccabile delle normative previste dall'ordinamento giuridico e sportivo, non solo è diventato un modello da replicare per altre società ma ha visto pure scendere il proprio debito di lungo periodo a livelli straordinariamente accettabili per il nostro calcio. Ecco perché abbiamo sempre insistito sul fatto che la squadra avrebbe dovuto risollevarsi e trainare questo processo di uscita definitiva dal pantano e di proiezione al futuro. La Sampdoria è APPETIBILE, va detto a chiare lettere, purché mantenga la categoria e getti le basi per il ritorno in serie A il prossimo anno (salvo miracoli anticipati che possono sempre accadere, sognare non costa nulla). 

 

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