Sampdoria, il "Ferraris" è diventato la casa dei fantasmi

di Maurizio Michieli

3 min, 23 sec

Negli ultimi due anni e mezzo 27 sconfitte su 49 partite a Marassi

Sampdoria, il "Ferraris" è diventato la casa dei fantasmi

Ventisette sconfitte su 49 partite disputate al "Ferraris" negli ultimi due campionati e mezzo. Ecco il dettaglio che devo al collega Marco Marchegiano, dolorosamente diligente nei conteggi.  Stagione 2021-2022: 10; stagione 2022-2023: 11; stagione 2023-2024: 6. E ancora: '21-'22: 10 sconfitte, 3 pareggi, 6 vittorie; '22-'23: 11 sconfitte, 7 pareggi, 1 vittoria; '23-'24: 6 sconfitte, 1 pareggio, 4 vittorie. In sintesi, nelle ultime 49 gare a Marassi la Samp ne ha vinto solamente 11.

Il "brutto" è che in panchina si sono alternati diversi allenatori (da D'Aversa a Giampaolo, da Stankovic a Pirlo), dietro la scrivania si sono avvicendati dirigenti e direttori sportivi ed è persino cambiata la proprietà, per non dire i calciatori. Gli unici a rimanere fedeli a loro stessi sono i tifosi, ai quali nulla è imputabile visto il sostegno perenne alla squadra e a chi la guida, in campo e fuori. E allora? Possibile che tanta discontinuità non sia bastata e continui a non bastare per invertire un trend pluriennale? E' verosimile che l'anno scorso i giocatori della Samp fossero i peggiori della serie A e quest'anno tra i peggiori della serie B? L'attuale campionato assomiglia terribilmente a quello passato ma con una categoria di differenza.

Interrogativi destinati a restare senza risposta, poiché nessuno sembra in grado di offrire risposte convincenti bensì soltanto argomentazioni parziali che in un arco temporale così lungo faticano a spiegare tutto. Gli arbitraggi? Certo. Dal pestone non fischiato in area di Marusic a Quagliarella al rigore grottesco con il Parma (sfido chiunque a dire che lo sia o non lo sia guardando le immagini) c'è una sottolinea linea rossa di inquietudine. Ma possiamo ridurre la sostanza solo a questo? Durante l'attuale stagione prima Legrottaglie e poi Mancini hanno alzato la voce, chiedendo rispetto. Personalmente rispetto a mia volta la loro legittima richiesta ma contemporaneamente mi domando: non sarebbe più utile e costruttivo, per il bene della Sampdoria, chiedersi perché il rispetto, pur reclamato, non arriva? E semmai trovare una soluzione più efficace per ottenerlo?

Gli infortuni. Fuori discussione che a Pirlo, senza sette titolari, non si possa chiedere più di tanto (per questo non mi allineo, pur con tutta la stima possibile verso di loro, nell'invocare Iachini o Quagliarella affiancato da un allenatore patentato). Tra l'altro la squadra, sebbene falcidiata dalle assenze, continua a mantenere un'identità accettabile. Al tecnico, tuttalpiù, mi sento di suggerire umilmente di evitare per un po' la parola "play off", non foss'altro che per scaramazia. Dopodiché è anche vero che malanni e squalifiche non possono essere e non sono completamente casuali. Kasami e Benedetti si sono fatti cacciare fuori da soli, ad esempio. Per non dire degli infortuni: 17 di cui 14 muscolari. Durante la gestione Ranieri furono 4. Anche in questo caso, senza caccia alle streghe, non sarebbe meglio domandarsi il perché e provare a correre ai ripari per evitare ingenuità, stiramenti, ricadute, degenze geriatriche e quant'altro?

Voglio dire che piangersi addosso o continuare a cercare alibi (per quanto esistenti) a ogni costo non aiuta a spezzare una spirale tanto lunga e perversa, certificata dai numeri enucleati in apertura. Qui si continua a precipitare indicando i problemi, anziché risolverli. Mica è facile, d'accordo, ma è l'unica cosa da fare se si vuole evitare il baratro. Sul mercato ci sono i paletti? Vero, lo sappiamo e sappiamo anche a chi e a cosa sono dovuti. Ma anziché ribadirlo, si riuscirà a trovare un difensore centrale per fare numero? L'operazione Alvarez in attacco lo dimostra: chiaro che la Sampdoria ha dovuto prendere un giocatore fermo da otto mesi, però è riuscita a prenderlo e senza spendere.

Ecco sarebbe più facile remare nella direzione comune se si abbandonassero le lotte contro i mulini a vento e ci si concentrasse su quanto si può mettere davvero in atto per scongiurare il peggio. E' da tre anni ormai che si sentono sempre gli stessi discorsi da interpreti diversi. E nulla cambia, anzi, la situazione peggiora. Provare a invertire la rotta, a cambiare registro magari aiuta. Magari.