Sampdoria di lotta e di governo, adesso tocca alla società
di Maurizio Michieli
Nelle ultime partite si sono visti progressi. Servono al più presto stabilità e correzioni: 4 presidenti in 23 mesi sono troppi per chiunque
La vittoria sul Palermo - seconda consecutiva al "Ferraris" e come con il Cosena senza subire reti - ha visto in campo una Sampdoria di governo nel primo tempo e di lotta nella ripresa. Una Samp che, finalmente, è sembrata una squadra sia nell'identità tattica che nello spirito di gruppo. Lo stesso era accaduto nella precedente partita in casa e per almeno 75 minuti a Bolzano con il Sud Tirol. Questo significa che se è vero che la Samp non è da quartieri alti della classifica, altrettanto non lo è da bassifondi. Adesso servirà la prova definitiva a Modena, dove purtroppo mancherà lo squalificato Verre. Il 4-3-1-2 appare infatti il sistema più adatto per far rendere questo organico, specie in assenza di Pedrola.
I problemi non sono ovviamente scomparsi: la mancanza di alternative in difesa, la non "utilizzabilità" di Ricci e la carenza di un centravanti di ruolo (con il quale probabilmente la prima frazione contro il Palermo si sarebbe chiusa sul 2-0) pesano come macigni su un organico allestito in due fasi (prima e dopo l'avvento di Andrea Mancini), in fretta e con alcuni errori di valutazione. Tuttavia, in questa serie B anche una Sampdoria difettosa come l'attuale ci può stare senza risultare la vittima sacrificale bensì per dire la sua e trascorrere questa stagione all'insegna della preventivata transizione e non dell'imponderabile sofferenza sino all'ultimo.
Il prossimo e decisivo passo dovrà farlo la società stabilizzandosi al più presto. C'è un dato che fa riflettere: da dicembre 2021 a novembre 2023, quindi nell'arco di 23 mesi, la Sampdoria avrà avuto quattro presidenti diversi: Massimo Ferrero, Marco Lanna, Andrea Radrizzani (per quanto virtuale e non nominato, a Livigno lo chiamavano così anche Pirlo e Legrottaglie) e Matteo Manfredi (prossimo all'insediamento). Quest'ultimo nella giornata di domenica è diventato papà del piccolo Edoardo (auguri!) e ha rivisto la Sampdoria vincere. Segnali di nascita e speriamo rinascita.
Toccherà dunque a Manfredi guidare il club lontano dalle secche finanziarie (molto è stato fatto, molto rimane da fare) e la squadra fuori dai guai pilotando dall'alto il mercato di gennaio, dove non serviranno grosse operazioni (rese peraltro difficili dai paletti) ma correttivi sì: tre terzini sinistri e due soli difensori centrali non vanno bene. Lo stesso Manfredi dovrà scegliere se continuare a puntare sul tandem dirigenziale Legrottaglie-Mancini o affidarsi a un dirigente più esperto (nel caso Paratici sarebbe l'ideale, ma non può agire per via della squalifica).
Insomma, a cavallo della sosta potrebbe esserci una doppia svolta. In caso di vittoria a Modena la squadra uscirebbe dalla terapia intensiva e successivamente Matteo Manfredi raccoglierà l'eredità di Lanna (al quale è stato proposto di guidare la Fondazione Sampdoria, Marco da persona leale e corretta farà conoscere la risposta nei tempi giusti). Poi, si potrà aprire la terza partita: quella degli investitori.
Come spiega bene l'esperto di finanza e docente di economia Roberto Albisetti, Radrizzani ha dato in gestione alla società di Manfredi una parte dei sui fondi, in altre parole ha investito lui ma gestisce Gestio Capital. E lo stesso Radrizzani non avrebbe ora un interesse economico a disinvestire dopo appena sei mesi, cedendo a investitori in Asia o altrove. Difatti sabato col Palermo era allo stadio.
E' semai più probabile che i due, soprattutto Manfredi, stiano tessendo relazioni e alimentando interessamenti per il futuro. La Sampdoria oggi è come un "brutto anatroccolo" in un bel cortile (Marassi che canta vestito di blucerchiato) ma di salute cagionevole e con un futuro incerto, reso più complicato dalla spada di Damocle del procedimento aperto dalla Procura di Genova per falso in bilancio. Anche per questo gli attuali proprietari e i potenziali invesitori sono molto prudenti a metterci altri soldi. L'uscita dalla crisi, tecnica e societaria, può avvenire solo a piccoli passi. Che non bisogna sbagliare.
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