Samp, un'altra sconfitta "sporca". Ora il trittico della verità, per provare a sperare ancora
di Claudio Mangini
Game over? Saracinesca abbassata sul negozio dei sogni, ovvero ultime speranze azzerate? L’interrogativo si ripropone per l’ennesima volta in questa maledettissima stagione sampdoriana, dopo l’ennesima sconfitta con un po’ di rimpianti e molte recriminazioni. Ed è proprio da queste considerazioni a margine che vale la pena di ripartire.
Prima considerazione. La partita è rimasta in equilibrio fino al momento dell’espulsione di Murillo per doppia ammonizione. Siamo al 7’ della ripresa: viene punito un pestone del colombiano, già ammonito in modo discutibilissimo. Al 7’ del primo tempo, esattamente mezza partita prima, il pestone di Abraham ai danni di Rincon è oggetto di un check dal Var per un possibile rosso diretto. L’attaccante inglese della Roma è assolto dall’esame video ma il paradosso è che ne esce pulito, senza nemmeno un sacrosanto (e generoso) cartellino giallo. Due pesi e due misure, che, come in svariate occasioni quest’anno, finiscono per danneggiare in modo decisivo la squadra blucerchiata.
Seconda considerazione. La squadra di Stankovic, fino all’inferiorità numerica, teneva il campo bene, però in modo piuttosto sterile. Quando ha iniziato a scaldarsi Lammers, nell’intervallo, è stato inevitabile pensare a una logica correzione in corsa. Se, fino a quel momento, la squadra blucerchiata sfondava spesso sulla sinistra con Augello che, però, non poteva che proporre cross al centro quasi sempre inghiottiti dalla difesa giallorossa, l’idea di dare più peso e più sostanza all’attacco sembrava perfettamente condivisibile, con una correzione in corsa che avrebbe – verosimilmente – tolto dagli undici Cuisance, per aggiungere Lammers accanto a Gabbiadini e permettendo anche un dialogo palla a terra in area che, fino a quel momento, non si era visto. Invece, Dejan Stankovic ha optato per la prudenza. Si sa come ragiona il tecnico serbo, che cerca di privilegiare innanzi tutto gli equilibri in campo, ma il passaggio dal 4-3-2-1 al 4-3-1-2 avrebbe probabilmente dato più peso offensivo alla Sampdoria frenando, contestualmente, anche le libertà di proiezioni offensive di cui godeva Smalling.
Terza considerazione. L’allenatore serbo, vergognosamente beccato dal pubblico romanista al grido di “Zingaro” – ma qui si può solo stendere un velo pietoso -, indubbiamente può essere talvolta criticato per la gestione degli uomini e dei cambi a partita in corso, ma ha saputo dare sostanza e concretezza a una squadra la cui situazione tecnico-sociataria è sotto gli occhi di tutti. Ha fame e passione: per questo la sua permanenza sulla panchina sampdoriana a prescindere da come finirà questa stagione, è un’opzione da tenere ben presente.
Quarta considerazione. La presenza di Massimo Ferrero in tribuna era prevista e ha scatenato la rabbia dei 1200 generosissimi tifosi blucerchiati presenti all’Olimpico. Ormai è una commediola di serie C. L’azionista di maggioranza ha sfoderato il consueto repertorio di faccette da mestierante d’avanspettacolo e nulla cambia sulla considerazione di fondo: se il Cda lavora, faticosamente, per inseguire il bene della Sampdoria, Ferrero lavora solo per i suoi interessi. Da aggiungere, nulla, se non che la partita-salvataggio della società resta aperta con una luce in fondo al tunnel sempre più flebile, ma ancora presente.
Fatte tutte queste considerazioni, non resta che tornare al punto di partenza. Game over? Siamo all’interrogativo del dopo Juventus, pre-Verona, e alla stessa risposta: perché mai la Sampdoria dovrebbe alzare bandiera bianca oggi, pur in una situazione di evidentissima difficoltà, con tre partite contro Cremonese, Lecce e Spezia alle porte, e solo la seconda in trasferta? Vale la pena di riprendere le parole di Walter Sabatini, un guru del calcio, che alla vigilia della trasferta di Roma, in una interessante intervista al Secolo XIX, aveva ribadito che «alla Sampdoria serve un filotto, ma è più facile pensare alle tre partite dopo la Roma, che a quella dell’Olimpico». Lo Spezia, antagonista lontano 10 punti dalla Sampdoria, nel frattempo, prima di fare visita alla Sampdoria, avrà da affrontare la Fiorentina al Franchi e la Lazio al Picco. Ovviamente, se il trittico può, in teoria, dare ossigeno alla Sampdoria, non battere la Cremonese nell’impegno più vicino, significherebbe chiudere definitivamente la partita. Allora sì, game over.
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