Samp, riscatto immediato dopo 4 pugni da ko

di Claudio Mangini

5 min, 3 sec
Samp, riscatto immediato dopo 4 pugni da ko

Troppo brutta per essere vera. Eppure tutto tristemente reale: come buttare via, in 93 minuti, pietosamente limati di qualche secondo dall’arbitro Massa (il quale peraltro merita un discorso a parte), un patrimonio di autostima, credibilità, impressioni positive, mandando in fuorigioco tifosi e critica che si erano lustrati gli occhi nell’avvio di campionato, in cui i conti non tornavano per difetto: zero punti contro l’Atalanta, quando il pareggio sarebbe stato strameritato, e contro la Juventus, un punto strameritato. A Salerno, invece, il tracollo. E, di nuovo, quella sensazione di inadeguatezza, nel capire la Sampdoria, in particolare la Sampdoria di Giampaolo. Quasi sempre bellissima o bruttissima, mai sui mezzi toni (spesso utilissimi nel calcio). Sampdoria, che può essere due cose antitetiche a distanza di pochi giorni. Flash back dell’anno scorso: Sampdoria-Empoli 2-0 senza un intoppo e, la partita dopo, Atalanta-Sampdoria, annichiliti. Adesso, appunto, dallo 0-0, che poteva essere qualcosa di più contro la Juventus, al 4-0 di Salerno.

Che manda in fumo anche una teoria suggestiva, che in tanti avevamo accarezzato: si può perdere qualche fuoriclasse (Damsgaard, Candreva) e trovare una compattezza, evidentemente rinsaldata sul campo da un’estate di lavoro col metodo-Giampaolo. E, invece, vai all’Arechi, vedi quei 500 che si sono sobbarcati la trasferta che continuano a sbandierare, e quello che riesci a offrire è una prova irritante d’impotenza e inferiorità. Nell’atteggiamento della squadra e nelle scelte, nella prova dei singoli e in quella del collettivo, nella fragilità fisica, atletica, tattica e mentale e nell’incapacità di lettura da parte del tecnico in panchina, che fa i cambi giusti con almeno 17 minuti di ritardo, sullo 0-3, quando la partita è già chiusa.
Ma torniamo al primo tempo. Sette minuti di geometrie giuste, pressing alto anche se non furibondo, una buona serie di scambi e poi il flop. Gol sfiorato, gol subito. Costruito da Bonazzoli, toh. E raddoppio a stretto giro, con Villar che commette un errore da scuola calcio e, anziché spazzare, lascia passare il taglio verso il centro per la zampata di Bonazzoli, toh.

Cominciamo col dire che Depaoli ha sprecato anche la sua probabile ultima occasione. A Genova è arrivato, è partito, è tornato, non ha mai funzionato. Come certe unioni amorose. Scusa, meglio così, ognuno per la propria strada… Valigia, saluti e via. Qui non va, a Verona magari. Villar aveva illuso, quand’era subentrato contro la Juventus: all’Arechi è apparso inadeguato, mai efficace. Allargando l’analisi: gli esterni hanno troppo spesso concesso pericoli, e anche questa non è una novità. Necessario lavorare su questo tallone d’Achille. Il centrocampo è apparso inconsistente: arriverà (si spera) Winks ma serve un mediano, in questo momento manca terribilmente Trimboli, mica un veterano. E Caputo? L’unico sufficiente di tutta la banda, ma solo, troppo solo, inevitabilmente destinato a soccombere in una lotta impari.
Insomma, l’immagine al negativo della Sampdoria delle prime due giornate. E Giampaolo? Troppo al di sotto anche lui. Non di altri: di se stesso. Una settimana fa, lezione di calcio ad Allegri. Una settimana dopo, Nicola chapeau.

La sintesi? Sperare che questa non sia la vera Sampdoria, che i quattro schiaffi abbiano lasciato lividi che brucino tanto da ricordarsi a lungo la lezione. Che il riscatto arrivI da ciascuno, in casa Sampdoria. Subito, considerando che Lazio a Marassi e Verona al Bentegodi non saranno passeggiate e diventano già partite della verità. Che, per esempio, nessuno, ammesso che ci abbia mai pensato (non crediamo, pensiamo a una manovra speculativa), possa ritenere plausibile la cessione di Colley. La Sampdoria, possibilmente, va rinforzata, ancora con un attaccante, oltre a Winks. E, sulla carta, a quel punto varrebbe una salvezza senza affanni. La nota più positiva della giornata è il ritorno in campo di Gabbiadini, per il quale avremmo ipotizzato – data la serietà dell’infortunio – tempi di recupero più lunghi. Ma è chiaro che non può forzare, andare allo scontro ruvido, deve giustamente tutelarsi.

In tutto ciò, tre considerazioni a margine.

Prima: gli ex. Che la situazione contingente richiedesse di monetizzare e che molti, Salernitana compresa, abbiano giocato a prendere per il collo la società blucerchiata, è noto, ma cedere Bonazzoli per 4,5 milioni signIfica una sottostima macroscopica del giocatore che ha ulteriori margini di crescita. Visti in campo Leris (generoso, ma stavolta poco lucido e al solito impreciso in zona gol) e Candreva, il dubbio torna: quegli spigoli tra il numero 87 e l’allenatore non potevano proprio essere spianati? E, peraltro, feeling nello spogliatoio e entità del contratto sono alla base anche dell’addio a Bonazzoli.
Seconda: Sabiri e altre questioni tattiche. Se un ragazzo promettente si conquista spazio a suon di buone prestazioni è un bene. Ma se a un ragazzo promettente si mette la squadra in spalla e a lui si affidano tutti i calci piazzati, si rischia di bruciarlo. Postilla: forse Sabiri rende meglio da esterno o trequartista che da mezzala, e così si rischia un caso-Candreva bis. Altra postilla: va bene il 4-5-1, ma quando un giocatore è troppo solo nell’area avversaria sarebbe probabilmente il caso di rispolverare il tanto amato 4-3-1-2 con Sabiri alle spalle di due attaccanti o un 4-3-2-1 con Djuricic-Sabiri vicini a Caputo.
Terza: il compratore che non arriva. Cerberus si allontana? Vialli-Bonetti si avvicinano? Di certo, questa società ha bisogno di un assetto definitivo. E’ una questione di compattezza, che si trasferisce dagli uffici al campo. E, per finire, un’altra deludente prova dell’arbitro Massa contro la Sampdoria. L’espulsione sacrosanta per doppio giallo (inspiegabilmente graziato nella seconda occasione) di Mazzocchi sul finire del primo tempo, forse, non sarebbe bastata alla Sampdoria scialba di domenica pomeriggio, ma le partite è giuste giocarle secondo giustizia e regolamento. E Salernitana-Sampdoria andava giocata per un tempo abbondante in 10 contro 11.