Rossetti. “Liguria prima in Italia per decessi covid nella settimana tra il 21 ed il 27 aprile”
di Antonella Ginocchio
Il dato sarà commentato a Fuori Rotta ed è calcolato ogni centomila abitanti dal consigliere regionale, sulla base dei numeri della Protezione civile
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"Ogni giorno la Protezione Civile emette un bollettino con l’andamento epidemiologico proveniente da tutte le Regioni italiane. I dati - come mi è capitato già di dire - vanno studiati e approfonditi non per dimostrare a forza una tesi - per esempio che le cose stanno andando bene - ma per conoscere il fenomeno, capire quali criticità esprimono e quali azioni correttive adottare al fine di perseguire una politica sempre più adeguata: sia di profilassi che di cura", lo puntualizza il consigliere regionale del Pd, Sergio Rossetti, che continua: " Non essendo stato fatto da Regione Liguria, ho studiato i dati e subito - purtroppo - i numeri hanno dimostrato che la situazione ligure non è per niente rosea".
E di fatto il primo dei dati elaborati, commentati in un servizio in onda domani sera, venerdì primo maggio alle 21 a "Fuori Rotta", è decisamente allarmante: "Nella settimana tra il 21 e il 27 aprile la nostra Regione ha il numero maggiore di decessi, 11,03 persone ogni 100mila abitanti, seguita dal Piemonte con 10,77 e dalla Lombardia con 10,67. Nelle Marche per ogni 100mila abitanti - la Regione ha circa lo stesso numero di abitanti della Liguria - sono calcolate 4,6 persone decedute; è evidente che parliamo di vite e non di soli freddi numeri ed è per questo che il nostro primato è terribile".
Continua: "Cosa indica? Seppur tarato con la maggiore incidenza di anziani, indica che in Liguria si muore di più. Forse perché il sistema territoriale è più debole? Forse perché non si è cercato tra la popolazione i positivi da isolare per ridurre il contagio? "
Rossetti spiega che "Questa direzione trova una conferma sul secondo dato chiarissimo a tutti. Dall’inizio della pandemia la Liguria è la Regione che ha eseguito meno tamponi (al 27 aprile erano 28.739 mentre nelle Marche erano 35.617). Perché? Sicuramente siamo partiti più tardi, ma non recuperiamo perché malgrado le dichiarazioni di Toti - vi ricordate? “esami a go go” - non è stato attivato il laboratorio della Asl 3 né quello dell’ospedale di Pietra Ligure. Questi due presidi, dal 20 marzo al 27 aprile, avrebbero potuto fare più degli ottomila tamponi che in realtà - a oggi - mancano rispetto alle Marche.
"Queste risposte - prosegue - dovrebbero essere date da Toti e da Alisa, mentre lo stesso Prof. Icardi ha ammesso che, da solo, il suo laboratorio non ha la struttura operativa per far fronte ai grandi numeri. La nostra denuncia è grave, perché dare l’esito del tampone dopo cinque, dieci o addirittura quindici giorni a chi è esposto non consente di agire con prontezza in prevenzione e isolamento".
Ma il tema delle persone sottoposte a tampone diventa ancor più significativo se - evidenzia Rossetti - analizziamo un terzo dato: i deceduti tra le persone testate. "Purtroppo dall’inizio della pandemia, al 27 aprile, risulta che la Liguria è seconda dopo la Lombardia per numero di persone decedute sui casi esaminati: 6,36% contro i nostri 3,92%. Questo dato evidenzia drammaticamente che in Liguria i tamponi vengono fatti solo sulle persone malate. Prova chiara della mancata azione di prevenzione e profilassi, cioè la ricerca di positivi da isolare e il tracciamento del virus. Ormai Fondazioni e modelli regionali - in primis il Veneto - hanno dimostrato che maggior numero di tamponi e maggior numero di isolamenti determinano minor contagio e meno decessi".
Conclude il consigliere: "Se Alisa e Regione Liguria avessero studiato attentamente queste informazioni, avrebbero già potuto modificare le strategie e le scelte nell’interesse dei cittadini.
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