Ristori Ponte Morandi: 25 aziende indagate per falso e truffa allo stato
di Marco Innocenti
Si sarebbero trasferite per finta all'interno della zona rossa o arancione, assumendo decine di dipendenti, solo per ricevere gli aiuti
Alla fine del 2019, 46 aziende si erano trasferite all'interno del perimetro della "zona rossa" o "arancione", disegnata dal Commissario per l'emergenza Giovanni Toti dopo il crollo del Ponte Morandi. Imprese arrivate nottetempo, che hanno assunto decine di dipendenti per godere dei "ristori" o degli sgravi fiscali. Ma 25 di queste 46 non avrebbero i titoli, tanto che 9 sono già state indagate per falso e truffa allo Stato; altre 16 denunciate dalla Guardia di Finanza per gli stessi reati.
Secondo quanto pubblica da Repubblica, le indagini del Primo Gruppo e del Nucleo Operativo Metropolitano hanno evidenziato che alcune aziende si sono costituite ex novo, altre hanno trasferito il loro domicilio fiscale fittiziamente, altre ancora hanno affittato pochi metri quadrati ma non risultano operative. Quella che doveva essere la "zona franca" per sollevare le sorti di un tessuto urbano precipitato nella disperazione economica il 14 agosto 2018 si sta rivelando una truffa. Si sospetta la complicità di qualche funzionario, scrive il quotidiano, ma al momento la Regione risulta completamente estranea. L'inchiesta della Procura è stata affidata ai pm Francesco Cardona Albini e Fabrizio Givri coordinati dai procuratori aggiunti Vittorio Ranieri Miniati e Francesco Pinto.
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