Ristoranti, Confcommercio: "Una persona ogni 4 metri quadri? Perderemmo 4 milioni di coperti"
di Marco Innocenti
"L'unica soluzione seria è due metri di distanza fra un tavolo e l'altro: così perdita del 30%"
In attesa di conoscere le linee guida per la riapertura delle principali attività del paese, le bozze del decreto che stanno circolando in queste ore non fanno che generare confusione e preoccupazione. “Se le indiscrezioni circa le misure di distanziamento previste dal Governo – dice Alessandro Cavo, presidente Fepag-Confcommercio Genova – con una persona ogni 4 metri quadri, venissero confermate, i ristoranti italiani perderebbero in un sol colpo 4 milioni di posti a sedere, ovvero il 60% del totale”.
“Il dato – prosegue Cavo – è stato calcolato dall’Ufficio Studi Fipe-Confcommercio sulla base delle dimensioni medie dei locali. La ristorazione italiana è infatti composta da piccole attività, che hanno in media una superficie di 90 metri quadrati e 62 posti a sedere. Un posto a sedere ogni 0,7 metri quadri, che scende a 0,6 nei locali più piccoli, ma che, con la previsione dei 4 metri quadri di distanziamento tra i commensali, scenderebbe sotto lo 0,3”.
“Questa non è una soluzione, ma un serio ostacolo alla ripresa della nostra attività lavorativa – sottolinea Matteo Losio, Presidente Associazione Ristoranti Fepag-Confcommercio – Noi abbiamo dato la nostra disponibilità da settimane a discutere di maggiori spazi all'esterno, di distanze ragionevoli tra i tavoli, di dispositivi di protezione individuale e possiamo anche valutare, se necessario, di installare delle paratie tra un tavolo e l’altro. Ma il Governo non può chiederci di mantenere 4 metri quadri di distanza tra commensali dello stesso tavolo. Altrimenti avremmo ristoranti con solo tavoli da uno”.
“Per questo la Fipe ha simulato anche altri due scenari. Se il governo decidesse di distanziare i tavoli di 4 metri lineari l’uno dall’altro – prosegue Marina Porotto, Presidente Giovani Imprenditori Fipe della provincia di Genova – la perdita di posti a sedere sarebbe di 3,5 milioni, ovvero la metà dei 7 milioni attualmente disponibili nei ristoranti italiani. Se invece si optasse per i due metri di distanza tra i tavoli, senza distanziamento tra i commensali allo stesso tavolo, la perdita sarebbe del 30% dei coperti”.
“Quest’ultimo è l’unico scenario sostenibile – conclude Fabrizio Murena, Presidente Associazione Bar Fepag-Confcommercio – il solo in grado di permettere agli imprenditori del settore di continuare a lavorare, magari recuperando una parte dei posti a sedere persi, occupando lo spazio al di fuori dei locali. Mi auguro che il Governo tenga bene a mente questi calcoli prima di prendere una decisione definitiva”.
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