Rigassificatore, passa in consiglio Liguria odg maggioranza: "Opere compensative per i territori". Scintille in aula
di Redazione
Vaccarezza: "Non basta dire solo 'no a Vado'". M5S "Toti un Marchese del Grillo". Il presidente: "Ascolteremo tutti, ma no a corrida in piazza"
Il Consiglio regionale della Liguria ha approvato un ordine del giorno che impegna la Giunta Toti "a far sì che il Governo si faccia parte attiva per individuare adeguate risorse per la realizzazione di opere di accompagnamento destinate a infrastrutture e progetti di valorizzazione, sviluppo e rilancio del territorio savonese per tutte le comunità coinvolte dal progetto del rigassificatore a Vado Ligure".
Sono stati 19 i voti favorevoli, l'intero centrodestra, e 12 i contrari, l'intero centrosinistra e il M5S.
Il documento, con primo firmatario il capogruppo Angelo Vaccarezza (Lista Toti Liguria), impegna la Giunta Toti "a mettere in campo le azioni necessarie all'attuazione del Piano nazionale energetico attraverso la realizzazione dei progetti previsti" e "a mantenere costante il confronto con i territori, le amministrazioni e le realtà" coinvolte dal progetto del rigassificatore a Vado.
“Il consiglio regionale oggi è stato paradossale. C'erano quelli che avevano diritto di protestare e avevano ragione di chiedere alla politica maggiore chiarezza e di essere informati: e questi sono i cittadini. Poi c'erano quelli che hanno torto e sono coloro che, usando le paure della gente, pensano di generare consenso politico”. E' dura la replica di Angelo Vaccarezza, capogruppo della Lista Toti Liguria, alle posizioni assunte dall'opposizione, il cui ordine del giorno, che avrebbe impegnato la giunta a esprimersi contro il rigassificatore di Vado, è stato respinto.
“Oggi alle domande precise su cosa pensassero del sistema energetico nazionale, i consiglieri di minoranza hanno solo risposto: No a Vado. Sì, ma sui rigassificatori, siete favorevoli o contrari? No a Vado. Ma c'è un rigassificatore nella nostra regione che è a Porto Venere, una delle perle della nostra terra? No a Vado”.
“Noi abbiamo ritenuto giusto aprire una valutazione sul fatto di avere un rigassificatore al largo della nostra costa – continua Vaccarezza -. Ma ci sono più di 50 enti e soprattutto una procedura nazionale di Via, di valutazione di impatto ambientale, che dovranno dare tutte le garanzie, sotto ogni profilo (ambientale, politico, sociale, culturale, economico, della sicurezza), ai cittadini di quelle zone. Via nazionale che non ha fatto Ravenna e non ha fatto Livorno, per accogliere gli stessi impianti, e che invece noi in Liguria faremo. Essere contro oggi è semplicemente essere contro qualcosa che non si conosce”.
Pronta la replica del senatore M5S Luca Pirondini: “Oggi l’arroganza di Toti ha preso una scoppola sonora: centinaia di cittadini della provincia di Savona si sono dati appuntamento davanti alla Regione Liguria, a margine del Consiglio monotematico, per dire chiaramente “NO” al rigassificatore che il presidente ha improvvidamente imposto senza un dialogo democraticamente accettabile. Il M5S convintamente sostiene i cittadini che non si meritano questo scempio. La destra se ne faccia una ragione: il territorio non vuole il rigassificatore”. Il parlamentare, con il coordinatore provinciale Stefano Giordano, ha raggiunto i consiglieri regionali Fabio Tosi e Paolo Ugolini per partecipare alla manifestazione.
Proprio Tosi sostiene: “Oggi, Toti ha potuto toccare con mano il dissenso del territorio savonese: il rigassificatore non lo vuole nessuno. Anzi, il “NO” appare sempre più trasversale e forse qualche dubbio inizia a serpeggiare in seno alla stessa maggioranza. Inutile girarci intorno: il presidente questa volta l’ha pestata grossa e difficilmente riuscirà a liquidare le manifestazioni che si susseguono dallo scorso luglio come quisquilie. Se lo dovesse fare, negando l’evidenza, corre l’obbligo di consigliare al presidente quanto lui stesso consigliò al sottoscritto l’8 marzo del 2020”.
“Al netto dell’ironia, non si capisce perché Toti voglia affossare la provincia di Savona, che in passato ha già detto tanti, forse troppi “sì”. Sorge quasi il dubbio - prosegue Tosi - che si stia cercando di barattare salute, sicurezza e qualità della vita dei cittadini e vadesi in cambio di un ipotetico terzo mandato. E sorge il dubbio che si stia barattando anche il futuro di decine e decine di imprese che in questi anni hanno fatto enormi sacrifici per risalire la china nel comparto turistico ligure. Perché ora le si vuole affossare?”.
“Si vuole affossare il territorio in nome della “sicurezza energetica del Paese” – interviene il consigliere regionale Paolo Ugolini -. La verità che Toti e la destra non diranno mai è che i rigassificatori sono ininfluenti: il gas prodotto con questi impianti, peraltro pericolosi e climalteranti, è costoso. Al di là delle tante belle parole sulla transizione energetica - nella quale la destra non ha mai veramente creduto -, si continua a strizzare l’occhio alle fonti fossili. E lo si fa alterando la realtà: la destra si scaglia contro chi non vuole il rigassificatore e anzi lo sostiene senza aver prima - e ripeto prima! -, sentito il parere di 59 enti. La destra ligure ha preso un granchio clamoroso e ora non sa come uscire dell’impasse autoprodotto con il quale si preferisce regalare milioni di euro a Snam per i prossimi 20 anni anziché destinare quei fondi a impianti di rinnovabili e comunità energetiche”.
“La catena balneare dello scorso 10 settembre con il “NO” di 16mila cittadini – continua Tosi -, unitamente ai pareri negativi di tutte le categorie socioeconomiche del savonese e alla manifestazione di piazza di oggi davanti alla Regione Liguria sostanzialmente ci dicono due cose. Uno: i cittadini pretendono rispetto istituzionale e politico e non intendono chinare il capo. Due: il vento sta cambiando e la retorica sta a zero. Oggi, con la risoluzione portata in Aula, abbiamo voluto dare voce al territorio e stare convintamente al fianco dei savonesi, che a gran voce chiedono si revochi l’iter avviato da Toti per mero tornaconto personale”.
“Sappiamo tutti che il presidente ha preso una decisione frettolosa e unilaterale e solo dopo si è detto disposto ad accogliere le osservazioni caso, dimostrando con i fatti di non essere né un bravo Commissario, né un buon presidente di Regione ma semplicemente un Marchese del Grillo”, concludono i pentastellati.
La replica finale di Giovanni Toti: “Ho massimo rispetto per i cittadini che protestano, per i sindaci che rappresentano il proprio territorio e per le associazioni di categoria che ci sottopongono le proprie osservazioni, ho meno rispetto per chi alimenta paure e sospetti pretestuosi con la volontà di bloccare il progresso di un Paese alle prese con i contraccolpi della crisi economica. Il percorso su cui ci stiamo confrontando è all’inizio e chi pretende oggi di esprimersi lo fa sulla base di un pregiudizio o di un interesse politico: tutta la discussione è stata orientata ad una specie di schizofrenia per cui chi ha votato a Roma il Piano energetico nazionale del governo Draghi oggi qui non ha coraggio oppure, peggio, usa la preoccupazione legittima e comprensibile di una parte dei cittadini per lucrare qualche volto. Siamo oltre la sindrome ‘Nimby’, ovvero ‘non nel mio giardino’, qui siamo di fronte alla sindrome del mio carniere di voti, per cercare di lucrare qualche consenso sul territorio alimentando le paure e opponendosi ad un’opera che rientra in un Piano nazionale votato a Roma anche dal centrosinistra”.
Toti ricorda che "nei prossimi mesi il progetto iniziale dovrà essere accuratamente esaminato da una serie di strutture e soggetti tecnici attraverso la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nazionale, la Commissione tecnica di sicurezza cui si aggiunge anche il vaglio della Conferenza dei servizi, con il coinvolgimento di 53 enti e soggetti tecnici, tra cui i Vigili del fuoco, le Asl, la Capitaneria, deputati a rilasciare le indispensabili autorizzazioni. Solo se tutti questi passaggi andranno a buon fine, con tutte le modifiche che i Comuni, i singoli cittadini o altri soggetti possono chiedere, il progetto definitivo, diverso da quello iniziale, sarà realizzato".
Toti rispedisce al mittente l’accusa della mancanza di confronto: "Non sta né in cielo né in terra. Ho sentito qualcuno che uscendo dall’incontro con la struttura commissariale denunciava la mancanza di confronto. Il confronto c’è stato e continuerà tra la struttura commissariale, con Snam e Rina, e i sindaci, le associazioni di categoria, i sindacati: tutti sono stati convocati più volte in sede sia tecnica sia politica tanto che il progetto si sta modificando proprio grazie a questo confronto e ai suggerimenti opportuni e utili avanzati dal territorio. Se invece – sottolinea il commissario - qualcuno intende il confronto come una corrida in piazza e non come un confronto istituzionale, è fuori dalle regole della democrazia rappresentativa".
“Al contempo – prosegue Toti – apriremo il tavolo di confronto per arrivare all’accordo di programma che il governo si è impegnato a sottoscrivere, finanziando le infrastrutture di accompagnamento utili a rendere più competitivo il territorio che ospita un’infrastruttura strategica a livello nazionale. Su questo ci sarà sicuramente una richiesta economica al governo, dopo che ci saremo confrontati con i sindaci, la Provincia e le associazioni di categoria sulle priorità da realizzare, partendo da quelle indicate nel Priimt che possono servire da timone. Arriveremo quindi a definire cifre e tempi di realizzazione”.
“Siamo abituati alle proteste per tutto, contro i campi eolici o i pannelli solari, fino all'alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Ricordo bene quando si protestava contro la Tap, quando doveva sbarcare sulle coste pugliesi, intervento che poi ci ha permesso di vivere un inverno meno complesso. La protesta è assolutamente legittima, ma – conclude il commissario - molto spesso cavalcata da qualcuno per mero opportunismo politico. Credo che se i grandi partiti comprendessero che su alcuni temi di interesse nazionale occorre dialogare e remare nella stessa direzione si farebbe solo il bene del Paese”.
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