Ragazza di Chiavari morta nell'incendio in Val d'Aosta, il pm: Tragica fatalità"
di Fabio Canessa
2 min, 18 sec
La 21enne era caduta del terzo piano per mettersi in salvo dalle fiamme
E' stata una "tragica fatalità" la morte di Mihaela Cheli, la ventunenne di Chiavari (Genova) che nella notte tra il 22 e il 23 febbraio scorsi è caduta dal terzo piano di una palazzina di Antey-Saint-André (Aosta) mentre tentava di fuggire a un incendio. Lo scrive nella richiesta di archiviazione del fascicolo contro ignoti per omicidio e incendio colposi il sostituto procuratore di Aosta Carlo Introvigne.
I vigili del fuoco non sono riusciti a definire con esattezza le cause del rogo che ha distrutto l'alloggio, di proprietà della nonna di Matteo Tugnoli, ventiquattrenne di Chiavari (Genova) fidanzato della vittima. "Tuttavia con ogni probabilità è divampato per cause accidentali legate a un corto circuito elettrico verificatosi nella zona giorno dell'appartamento", dato che sono stati esclusi, come causa d'innesco, la "caldaia" e il "camino".
Quando le fiamme sono arrivate "a lambirli", i tre ragazzi hanno deciso di "lanciarsi dalla finestra" per raggiungere il balcone al piano sottostante, "posto alla loro sinistra" e quindi "sfortunatamente non in asse con l'unica via di fuga dall'appartamento in fiamme". "Con un gesto estremamente atletico", scrive il pm, "Matteo e Leonardo Bertucci (l'amico in vacanza con la coppia, ndr) riuscivano dapprima ad appendersi al cornicione della finestra dalla quale erano usciti - rimanendo dunque a penzoloni nel vuoto - e indi a darsi una spinta con le braccia sufficiente ad atterrare sul balcone". Poi "analogo gesto atletico veniva tentato senza successo da Mihaela Cheli, che dunque precipitava nel vuoto da un'altezza di circa dieci metri".
Durante la giornata i tre ragazzi erano stati alle terme di Pré-Saint-Didier, quindi avevano cenato a Saint-Vincent e avevano trascorso la serata al Casinò. "Non risulta che abbiano dato origine con un comportamento negligente all'innesco dell'incendio e non vi sono evidenze in atti circa la loro grave alterazione dovuta all'assunzione di alcol", scrive il pm. Una volta rientrati, Mihaela era andata a dormire poco dopo la mezzanotte mentre i due amici verso le 2,30, dopo aver giocato a carte.
Durante il rogo non avevano potuto chiamare i soccorsi con i telefoni cellulari, che avevano lasciato in carica nella zona giorno, dove erano divampate le fiamme. Era stata Mihaela, verso le 5, ad avvertire "il calore e l'odore delle fiamme". Aveva quindi svegliato il fidanzato e, insieme, avevano allertato Leonardo, che dormiva nella camera a fianco, già invasa dal fumo che poi lo ha intossicato. Matteo era riuscito a rompere la finestra anche di questa stanza. Nel frattempo un vigile del fuoco volontario di passaggio aveva notato l'incendio e, insieme al proprietario dell'alloggio del piano sottostante, aveva tentato invano di sfondare la porta d'ingresso. I vigili del fuoco professionisti erano giunti sul posto verso le 5.40 e "non vi sono elementi che facciano supporre" un loro "colpevole ritardo" nel "giungere sul luogo dei fatti una volta ricevuta la chiamata".
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