Raddoppio per la Liguria sulle autorizzazioni per nuovi impianti vitivinicoli

di Carlotta Nicoletti

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Tavolo tecnico in Regione: “Maggiori impianti per incrementare la produzione dei nostri vini”

Raddoppio per la Liguria sulle autorizzazioni per nuovi impianti vitivinicoli

Soddisfazione da parte di CIA Savona sull’annuncio dell’assessore regionale Alessandro Piana in merito al raddoppio per la Liguria sulle autorizzazioni per nuovi impianti vitivinicoli: a partire dal 2024 si prevede la quota minima da 10 a 30 ettari per nuovi vigneti in Italia, che raddoppierebbe, appunto, la superficie sino a oggi riservata alla Liguria (da 16 a 30 ettari, secondo le prime stime).

“Finalmente, era ora!” è il commento del presidente provinciale Sandro Gagliolo e del responsabile del settore vitivinicolo Mirco Mastroianni. “Se confermato come auspichiamo, si tratta di un risultato molto importante per il comparto e la filiera del vino, in quanto la questione rappresentava da tempo una delle maggiori criticità per aziende e produttori del nostro territorio”.

“Quindi non possiamo che accogliere positivamente quanto annunciato dalla Regione Liguria: CIA Savona in questi anni ha condotto una dura battaglia per l’aumento delle superfici vinicole, anche alla luce delle numerose domande e richieste rimaste bloccate. Il territorio ligure e savonese sono affamati di nuovi spazi per la produzione dei vini, con imprese vitivinicole pronte a nuovi investimenti per implementare la quantità prodotta ed essere ancora più competitivi sui mercati” aggiungono Gagliolo e Mastroianni.

A questo CIA Savona pone poi una riflessione sui cambiamenti climatici in atto: “Abbiamo bisogno di vigneti più ampi e diversificati anche per affrontare le conseguenze del clima che incidono sempre di più sulle aree vitivinicole. E poniamo alla Regione Liguria la possibilità di creare cloni resistenti per i vitigni, come per il Rossese o il Pigato, uno studio genetico con applicazioni tecniche e dirette che possano ulteriormente tutelare le produzioni e i vigneti senza snaturare la tipicità dei nostri vini”.

“E’ stato fatto in altre regioni italiane, sarebbe auspicabile una procedura speculare anche per la Liguria, con programmi di miglioramento genetico e sanitario grazie alla selezione clonale che porterebbe altri vantaggi e garanzie ad aziende e produttori del settore” concludono Gagliolo e Mastroianni.