Psa-Sech, Cosulich: "E' una questione di principio: spero intervenga la politica"
di Paolo Lingua
"Rischi? Calo dei posti di lavoro e un monopolio in mano a un gruppo di Singapore"
Augusto Cosulich, uno dei maggiori armatori italiani, mette subito le cose in chiaro: ”Io non ho un interesse diretto su questi aspetti dell’organizzazione portuale. Dalla fusione Sech-Psa non ci guadagno né ci perdo perché le mie linee operano altrove. E’ una questione di principio, ma anche di interesse generale. E mi auguro precisi interventi legislativi”. Cosulich spiega: ”Certo, si creerà un monopolio, ma molto più forte di quello che si può immaginare. Infatti La nuova struttura sarà l’unica in grado di far attraccare le unità mercantili al di sopra dei 5 mila teus. Per questo tipo di navi che sono poi le più numerose nei nuovi assetti dei trasporti le alternative saranno solo Vado Ligure e La Spezia. Ma il sistema assorbirà anche una larga parte delle unità al sotto dei 5 mila teus. Che rischi vedo? Calo dei posti di lavoro per chi opera e per gli addetti della Culmv. Inoltre ha delle perplessità per un monopolio che ha la sua regia a Singapore. Non è detto che gli interessi italiani siano sempre compatibili. Per questo il mio giudizio è negativo”.
“Ho fatto un controllo con i dati mondiali a livello ufficiale - prosegue Cosulich - Nel mondo muoiono di influenza e di affezioni simili ogni anno 650 mila persone, quasi sempre anziani e fragili. Anche se in Cina forse i dati sono stati in parte nascosti siamo al livello di centinaia, facciamo anche, perché non lo possiamo sapere, anche qualche migliaio. Il virus è stato già circoscritto e identificato“. Per Augusto Cosulich la vicenda del Corona-virus ha creato un “panico assurdo” anche a livello mondiale, provocando gravissimi danni all’economia di tutti i pasi.
A scuotere il mondo dello shipping, poi, è anche l'epidemia di coronavirus che, partita dalla Cina, si sta diffondendo in tutto il mondo. “Nel volgere di poche settimane avremo anche il vaccino che in paesi come l’Italia e molti altri dell’Occidente non servirà a nulla. Forse guadagneremo vendendolo in Cina, ma troppi danni sono già stati compiuti, anche perché non sappiamo neppure chi sono, in Cina, le vittime. E se fossero anziani, molto longevi, persone già ammalate o comunque lese, come appunto avviene per l’influenza?". Augusto Cosulich, che per il suo lavoro conosce bene il mercato cinese, è avvilito: “La borsa ha già perduto il 6% e molti ottimi affari sono stati ridimensionati e annullati. Speriamo che questa paura ingiustificata finisca presto”.
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