Processo ponte Morandi, previsti 1200 testimoni: la Procura teme la prescrizione

di Edoardo Cozza

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Liste corposissime quelle presentate da difese, pm e parti civili: per alcuni reati potrebbero scattare i tempi della prescrizione

Processo ponte Morandi, previsti 1200 testimoni: la Procura teme la prescrizione

Una carica di circa 1200 testimoni per il processo per il crollo del ponte Morandi, collassato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone, che porterà ad allungare i tempi rendendo sempre più concreto il rischio prescrizione per alcuni reati. Si va dall'antropologo (che dovrà parlare "del sistema sociale" di via Porro, la strada dove sorgevano i palazzi sotto il viadotto i cui abitanti sono stati sfollati) all'ex premier Giuseppe Conte, passando per gli ex ministri dal 1998 al 2018, ai tecnici, fino a tutti i presidenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato. Il numero monstre emerge dalle liste testi presentate dalla procura, dai difensori degli imputati e delle parti civili.

I giudici, che dopo la prima udienza del processo lo scorso 7 luglio hanno rinviato al 12 settembre, dovranno però decidere se accogliere tutte le richieste o se sfrondare l'elenco. Un elenco che preoccupa la procura perché si rischierebbe una dilatazione dei tempi. I primi reati, quelli meno gravi, inizieranno a prescriversi a fine 2013. Era stato lo stesso procuratore Francesco Pinto a chiedere "di rispettare i parametri costituzionali della ragionevole durata". ù

Sono 59 le persone imputate, tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava della manutenzione e delle ispezioni), attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato. Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno, buona parte degli imputati immaginava che il ponte sarebbe potuto crollare ma non fecero nulla. Aspi e Spea sono uscite dal processo patteggiando circa 30 milioni.