43° Premio Tenco, non si spengono le polemiche nemmeno alla vigilia
di Giulia Cassini
1 min, 26 sec
La famiglia di Luigi Tenco parla di "Deriva culturale"
Alla vigilia del Tenco, proprio quando sembravano terminate le polemiche, la famiglia di Luigi Tenco è tornata ad esprimere dissenso contro lo "stile" della manifestazione giunta alla 43esima edizione. Le perplessità avevano già riguardato nei giorni scorsi l'impostazione della manifestazione, il modo di propagandarla e alcuni slogan utilizzati come forma promozionale. Si parla ancor oggi "Di voler snaturare il progetto originario trasformandolo in una sorta di Sanremo bis, a scapito di molti validissimi cantautori alcuni dei quali presenti al Tenco di quest'anno".
L'indignazione della famiglia Tenco parte dalla scelta della direzione artistica di far cantare la sigla, "Lontano Lontano", all'eclettico artista romano Achille Lauro. "Ci troviamo a dover esternare il nostro dissenso", si legge nel comunicato dei Tenco, per "la partecipazione di artisti ospiti che non conoscono il mondo dei cantautori, specialmente qualora venissero incaricati di interpretare la sigla di apertura della rassegna". La famiglia sottolinea che non si tratta di un giudizio sull'artista, ma sull'opportunità di accostarlo al Tenco. Solo un'opinione personale che però, unita alle scintille dei giorni precedenti, pare voler tracciare una netta linea di demarcazione fra la posizione ufficiale dei parenti del cantautore e le iniziative intraprese dalla direzione del Club.
Il comunicato emesso continua affermando che " La distorsione della storia del “cantautorato” diffusa addirittura da chi dovrebbe rappresentare il “Tenco 2019” evidenzia interessi ben lontani da quelli perseguiti per decenni dal Premio Tenco".
Ricordiamo che alla manifestazione in programma al Teatro Ariston dal 17 al 19 novembre interverranno come ospiti delle tre serate Manuel Agnelli, Vinicio Capossela, Fulminacci, Daniele Silvestri, Sergio Cammariere, Ron, Levante, Nina Zilli, Gianna Nannini e, appunto, Achille Lauro. Nome che ha contribuito evidentemente ad alimentare "l'inferno" mediatico.
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