Ponte Morandi, le vittime: "Scuse tardive. Vogliamo azioni, con la A maiuscola"

di Marco Innocenti

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Dopo le dichiarazioni dell'ad di Atlantia Bertazzo

Ponte Morandi, le vittime: "Scuse tardive. Vogliamo azioni, con la A maiuscola"

"Dopo le dichiarazioni stampa che abbiamo visto dell’ad di Atlantia potrebbe bastare il silenzio ma non è sufficiente". Esordisce così Egle Possetti, portavoce del Comitato Vittime del Morandi, in un comunicato pubblicato su Facebook dopo l'intervista apparsa sul quotidiano La Stampa del nuovo amministratore delegato di Atlantia Carlo Bertazzo, in carica dallo scorso 13 gennaio.

"In una società civile - prosegue il comunicato - le scuse a noi ed a tutti gli italiani sarebbero giunte il giorno dopo il disastro ed avrebbero di conseguenza dato corso a tutte le azioni per un cambio sia del vertice che della politica aziendale, magari distogliendo qualche azionista dalle grigliate di ferragosto, convocando con urgenza chi poteva decidere, 43 morti non possono diventare “perdite collaterali” di un sistema. Poco o nulla fatto dopo 18 mesi e la nostra sicurezza sempre appesa ad un filo e ci troviamo a leggere queste affermazioni? Con quale scopo? Vogliamo azioni, con la A maiuscola come cittadini e giustizia fino in fondo andando a ricercare tutti, e dico tutti i colpevoli. Sono anni che in questo paese ci vengono addosso “treni merci” ma si cercano purtroppo solo dei moscerini. Solo azioni reali, concrete ed importanti verso una politica attenta solo ai bisogni della cittadinanza, vissuta nel senso nobile del termine, potranno diminuire la nostra infinita sfiducia e disperazione. Grazie. Egle Possetti".

"Nel gruppo [Atlantia, ndr] non avremmo mai nemmeno potuto immaginare che ci fossero persone così distanti dall'etica aziendale e dal nostro modo di vedere e di operare - si legge nell'intervista di Bertazzo alla Stampa - Da qui dobbiamo ripartire. Puntando sul ricambio manageriale e sull'investimento sui giovani talenti, su un radicale cambio di cultura aziendale, sulla ri-motivazione di tutti i lavoratori delle aziende del gruppo, sulla misurazione costante delle performances operative. E intendiamo anche cambiare la struttura della holding". Bertazzo poi torna a parlare del capitolo revoca delle concessioni, chiedendo senza mezzi termini al governo di non procedere perché "vorrebbe dire compromettere un’azienda e mettere a rischio un gruppo leader mondiale nel suo settore". Una richiesta o, piuttosto, una velata minaccia?