Pnrr, il ministro Fitto: "Non è campo di battaglia: attuarlo è vittoria dell'Italia, non del governo Meloni"
di Edoardo Cozza
Il titolare degli Affari Europei risponde a Confindustria Giovani, che chiede uno "scatto da formula 1"
"Sul Pnrr stiamo lavorando intensamente, spesso ascolto tante critiche che poi se guardiamo a quello che accade nel resto d'Europa non corrispondono alla realtà. Il Pnrr, lo dirò fino alla noia, non è un programma nel quale riesce o meno il governo Meloni, è un programma nel quale riesce o meno il Paese". Risponde così il ministro degli Affari europei, Sud, politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto ai giovani industriali che riuniti a Rapallo chiedono "una scatto da formula 1" sul piano di resilienza e resistenza.
"L'approccio non può essere quello di una contrapposizione tra le parti. Il mio auspicio è che il Pnrr sia fuori dal contesto del dibattito, dello scontro politico, ma sia l'occasione perché tutti possano partecipare dando i suggerimenti utili e migliori rispetto ad una programma che ha una dimensione enorme - ha aggiunto Fitto in visita al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti-. Le criticità sono evidenti e la relazione semestrale che abbiamo presentato in Parlamento ne evidenzia alcune".
"C'è la necessità di correggere il tiro su due livelli: il primo per il cambio di contesto perché come sapete, il Pnrr è stato immaginato prima dell'invasione dell'Ucraina. Quindi già questo di per sé ci indica una serie di caratteristiche che cambiano il contesto intorno alle quali ci muoviamo con tutte le conseguenze, anche collegate. Il secondo è quello che c'è l'esigenza di correggere alcune indicazioni, alcune scelte che magari non riusciranno a completare gli interventi entro il giugno del 2026 e questo è un altro aspetto del quale si deve tener conto perché non è un dettaglio" ha concluso Fitto.
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