Peste Suina, riaperti i boschi. I sindaci dell'entroterra: "Sospiro di sollievo"
di Redazione
Katia Piccardo (Rossiglione). "Ristori? Fondamentali, ma noi vogliamo soprattutto ripartire". Campora (Campomorone). "Due mesi dure, adesso rispettiamo le regole"
Le condizioni meteo di questa giornata certo non sono le più adatte, soprattutto nel Levante, ma i boschi dell'entroterra savonese e genovese da oggi non sono più off limits agli appassionati del trekking e in genere agli abituali frequentatori dei boschi. Durante la Diretta Live di Telenord, abbiamo ascoltato le voce di due sindaci della zona dove le misure per contenere la peste suina sono state allentate.
Katia Piccardo, sindaco di Rossiglione, ammette: "Finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo. Sono stati due mesi difficili. Siamo felici che la gente possa ritornare sui nostri sentieri, che rappresentano un patrimonio straordinario".
Si tratta ovviamente di un primo step, tanti problemi restano sul tappeto. "Innazitutto bisogna rispettare le regole che sono state imposte. Quindi dico alla gente di restare sui sentieri, e di parcheggiare la propria auto sulla strada, non nel verde. Le recinzioni? Le prendiamo come una misura necessaria, ma certo non vediamo l'ora che tutta questa fase possa essere archiviata".
Poi ci sarà da affrontare naturalmente il tema dei ristori per le attività che hanno pagato caro questi due mesi di stop. "Certo, bisognerà pensarci e in maniera concreta, senza dimenticare nessuno. Ma come dico sempre, io non sono per l'Italia dei ristori. Nel senso che adesso bisogna pensare soprattutto a ripartire, perché la gente vuole lavorare e deve essere messa nelle condizioni per farlo".
Soddisfatto anche Giancarlo Campora, primo cittadino di Campomorone: "Sono stati due mesi duri. Questa non è una riapertura totale, piuttosto una ripartenza. Penso al trekking ma anche a tutte le altre attività legate al bosco. Questo risultato lo abbiamo ottenuto grazie alla determinazione de4i sindaci, supportati dall'Anci".
Ora il discorso economico da mettere in gioco: "Tanti giovani avevano investito sul nostro territorio e si sono trovati in mezzo a questa situazione, devono per forza essere aiutati. Servono risposte concrete".
Camporomorone è nel pieno della zona più calda. "Sì, noi come i paesi più vicini, ad eccezione forse di Sant'Olcese, manteniamo regole più strette,. Ma questa differenziazione con zone meno toccate dal virus della nostra è giusta, credo. Già consentirci di ripartire rappresenta una boccata di ossigeno per noi. Poi vedremo come evolverà la situazione e quando finalmente arriverà il ritorno alla normalità".
Per questo il sindaco si sente di fare un appello. "Adesso dipende da tutti, da noi, rispettare le regole per il ritorno nei boschi. al di laà dei controlli, di Polizia Locale o Forestale,che potranno esservci, bisogna che tutti rispettino le norme"
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