Per Toti le mascherine sono propaganda elettorale?

di Paolo Lingua

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La domanda è lecita, dopo il post dell’assessore Cavo che pubblicizza la distribuzione con il logo di Cambiamo

Per Toti le mascherine sono propaganda elettorale?

Denunciamo all’opinione pubblica e informiamo il ministro della Sanità Speranza l’indefinibile episodio di oggi nel quale la pubblicità elettorale si è mescolata, in maniera indefinibile, alla problematica collegata all’azione di supporto sanitario alla popolazione ligure nel dramma del coronavirus che tutti stiamo vivendo. E’ francamente impensabile che si sfrutti la distribuzione di mascherine con un messaggio di comunicazione, evidentemente elettorale, qual è quello pubblicato sul profilo Facebook dall’assessore Ilaria Cavo con l’annuncio di come ritirare le mascherine in farmacia in un manifesto che porta la firma vistosa “Toti presidente”.

La campagna elettorale, a tutti i livelli e in tutti i tempi, è stata condotta in mille maniere, con stili diversi e anche, sovente, con cadute di tono e di gusto. Negli anni Cinquanta, a Napoli, si consegnava una sola scarpa prima del voto e la seconda a voto avvenuto e provato. Si distribuivano, al limite del folklore, pacchi di pasta. C’è stato di peggio, ma ci fermiamo al folklore.

Ma, in questo momento drammatico, quando sappiamo che le mascherine per mesi dovranno essere usate nei locali pubblici e in quelli chiusi e sui mezzi di trasporto, non si può essere superficiali e disinvolti. La vicenda (come del resto hanno già chiesto molti esponenti politici liguri) merita assoluta chiarezza in tutti i suoi aspetti davanti all’opinione pubblica, perché una urgenza sanitaria sociale di tanta gravità non può apparire mescolata confusamente e ambiguamente a una azione disinvolta di propaganda elettorale.