Ora però Vitinha deve giocare e stop alle sceneggiate Gudmundsson-Retegui

di Gessi Adamoli

3 min, 53 sec

Ritrovarsi con due giocatori sul dischetto col pallone in mano non capita nemmeno in Terza Categoria e chi va a tirare non ha la serenità giusta

Ora però Vitinha deve giocare e stop alle sceneggiate Gudmundsson-Retegui
Per una neopromossa il primo anno di serie A passa anche attraverso prestazioni sconcertanti come quelle contro il Monza. Nei due tempi si sono viste in campo due formazioni completamente diverse per atteggiamento, mentalità e intensità, è lo scotto al noviziato che devono pagare squadra e allenatore. Ma è solo attraverso gli errori che si cresce. Ed il Genoa ha una posizione di classifica che gli può anche permettere di sbagliare qualcosa.
 
Il primo tempo di sabato è stato inquietante. Dopo i due gol in 18 minuti, la cassandra Lussana che avevo a fianco ha sentenziato: “Finisce come contro la Fiorentina”. In realtà è stato il bis della partita col Lecce, quando dopo un primo tempo completamente passivo, il Genoa aveva saputo ribaltare il risultato. Questa volta, però, non c’è stato lieto fine. “Raggiunto il 2 a 2 potevamo accontentarci del pareggio. Forse ho sbagliato, ma non me l’ha sono sentita di frenare la voglia di vincere che aveva la squadra”, ha commentato Gilardino. E ha fatto bene perché il coraggio è la qualità che i tifosi apprezzano maggiormente di questa squadra che soltanto cinque giorni prima a San Siro se l’era andata a giocare alla pari con i futuri campioni d’Italia.
 
Gilardino si è anche preso tutte le colpe dell’orribile primo tempo in cui il Genoa è stato completamente in balia degli avversari. I centrocampisti del Monza sembravano sioux che sbucavano da tutte le parti. Frendrup, da solo, faceva un pressing generosissimo ma inutile: correva all’impazzata dietro al pallone ma non lo prendeva mai. Badelj e Strootman allargavano le braccia, non riuscivano a capire perché quelli del Monza erano sistematicamente di più. Gli esterni (Messias e Sabelli) non stringevano. Troppo larga e con una distanza siderale trai reparti la squadra rossoblù per pensare di opporre una valida resistenza. Gilardino è stato efficace nelle contromisure ed il Genoa del secondo tempo è stato tutta un’altra cosa. Merito certamente della qualità dei tre (Malinowski, Vitinha e Spence) che sono entrati in campo dal primo minuto, ma anche di una diversa impostazione tattica. La difesa a quattro, a cui Gilardino era ricorso già negli ultimi venti minuti del primo tempo, ha permesso di annullare l’inferiorità numerica a centrocampo.
 
Già si era intuito che Vitinha avesse talento e anche voglia di riscattarsi dopo l’anno non brillante vissuto a Marsiglia. Per qualcuno l’attaccante portoghese, che di certo non può continuare a restare in panchina, rischia di rappresentare un problema per Gilardino che un posto ora dovrà trovarglielo. Invece avere un giocatore di qualità in più è sempre una risorsa. Come lo è Spence che ha una facilità di corsa straordinaria. Perché quando entri nel giro di club importanti come l’Olympique Marsiglia e il Tottenham certamente hai valori notevoli. Per la cronaca Dragusin in Premiere ha sino a questo momento giocato soltanto 8 minuti divisi in presenze (5 minuti, 2 minuti e un minuto). Quanto a Malinowki si è piazzato a fare il regista davanti alla difesa, con grande precisione e pulizia di tocco, e ha permesso a Badelj di alzare il proprio raggio d’azione.
 
Insomma a Gilardino, che come anticipato da Telenord venerdì ha incontrato Blazquez e ha posto le basi per la riconferma la prossima stagione, le soluzioni non mancano. Ora ha infatti un’ampia possibilità di scelta. E occorrerà vedere all’opera anche Cittadini perché in difesa l’assenza di Vazquez (un altro regalo di Ayroldi) si è fatta sentire più di quanto fosse lecito attendersi. Vogliacco, che era stato uno straordinario protagonista della cavalcata verso la serie A dello scorso anno, sta infatti patendo il salto di categoria.  Ma una delle priorità di Gilardino è anche evitare in futuro le sceneggiate Retegui-Gudmundsson ogni volta che viene assegnato un rigore a favore del Genoa. Ritrovarsi con due giocatori sul dischetto col pallone in mano non capita nemmeno in Terza Categoria. Ed è normale che dopo quella stucchevole tarantella chi va a tirare non abbia la serenità giusta. Infatti, dopo il fischio dell’arbitro, Gudmundsson ha aspettato diversi secondi, cercando di ritrovare la concentrazione, prima di calciare.
 
Infine un applauso a Barella. Dopo la simulazione di San Siro e le piroette clownesche ha chiesto scusa. Non è da tutti ammettere di aver sbagliato e fare marcia indietro. Ha ragione il presidente Zangrillo: “Bravo Barella, hai confermato di essere un campione”.