Opposizioni in Regione all’attacco sulla diga di Genova: “Tempi dilatati e bilancio fuori controllo”
di C.N.
Pd, M5S, Linea Condivisa e Pastorino chiedono trasparenza su ritardi, extracosti, prestiti bloccati e indagini in corso
Le opposizioni in Consiglio regionale incalzano la giunta ligure sulla nuova diga foranea del porto di Genova. Con quattro interrogazioni presentate in pochi giorni, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Linea Condivisa e Giovanni Battista Pastorino mettono in discussione l’affidabilità delle stime su tempi, costi e avanzamento fisico dell’opera, considerata strategica nell’ambito del PNRR.
PD – Taglio da 50 milioni e solo il 2,5% realizzato – Il gruppo del Partito Democratico ha chiesto spiegazioni sul definanziamento da 50 milioni di euro operato dal Ministero delle Infrastrutture sul Fondo Complementare. Secondo i consiglieri Simone D’Angelo, Armando Sanna, Roberto Arboscello e altri firmatari, a fronte dell’aumento dei costi dell’opera, “questo taglio è incomprensibile e rischia di compromettere il cronoprogramma”. Il consuntivo dell’Autorità Portuale parlerebbe di un avanzamento della Fase A fermo al 2,5%, contro il 20% rivendicato dal consorzio Pergenova Breakwater. I costi della sola Fase B, intanto, sarebbero saliti da 350 a 469 milioni di euro, con extracosti sull’intero progetto stimati fino a 300 milioni.
Ruoli e legalità – I consiglieri del PD segnalano anche “una persistente opacità nei ruoli istituzionali”, riferendosi alla doppia veste del presidente Marco Bucci, che è anche commissario straordinario dell’opera. A ciò si aggiungono le criticità segnalate da ANAC sulle procedure di gara e l’indagine in corso della Procura europea per presunte irregolarità.
M5S – Smentite le dichiarazioni di Bucci – Stefano Giordano ha presentato un’interrogazione ai sensi dell’articolo 118 del regolamento interno del Consiglio. Nel testo, si contesta la narrazione di un cantiere in anticipo di quattro anni, dichiarata da Bucci e dal subcommissario De Simone, e si citano documenti ufficiali del consorzio Webuild che indicherebbero la fine lavori nel primo semestre del 2029, con un costo totale salito da 950 a oltre 1.150 milioni di euro. “È doveroso – afferma Giordano – sapere se la Regione fosse a conoscenza di queste discrepanze”.
Avs – Stato dell’opera e BEI – I consiglieri Selena Candia e Jan Casella hanno chiesto chiarimenti sullo stato reale dell’avanzamento. La Fase B, secondo quanto riportato, non potrà partire prima del 2027 e, nella migliore delle ipotesi, sarà conclusa nel 2029. Solo 8 cassoni su 93 sono stati posati, e i dragaggi autorizzati ammontano a 65.000 metri cubi su 800.000 previsti. La spesa per la Fase B è cresciuta di oltre 100 milioni di euro, mentre il prestito richiesto alla Banca Europea per gli Investimenti – pari a 264 milioni – non ha ancora ricevuto autorizzazione. Anche in questo caso viene citata l’indagine europea in corso.
Pastorino – Mancanza di trasparenza – Il consigliere Giovanni Battista Pastorino (Andrea Orlando Presidente) ha infine chiesto alla giunta se esista oggi un cronoprogramma aggiornato con stime certe sui costi, denunciando che “non è noto il quadro economico finale dell’intervento” e che “non esiste un sistema di monitoraggio trasparente accessibile ai cittadini”. Pastorino sottolinea inoltre come l’avanzamento della Fase A sia largamente inferiore alle previsioni iniziali e che la conclusione della Fase B non potrà avvenire prima del 2029.
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