Olly, ecco il nuovo album 'Tutta vita (sempre)': “A 24 anni la fama mi ha tolto qualcosa, ma la musica mi tiene vivo”

di R.S.

2 min, 41 sec

“La chiave non è vendere dischi, ma dire le cose in modo sincero. Anche quelle che fanno male”

Olly, ecco il nuovo album 'Tutta vita (sempre)': “A 24 anni la fama mi ha tolto qualcosa, ma la musica mi tiene vivo”

È uno dei volti più noti della nuova scena pop italiana, eppure Olly, genovese classe 1999, vincitore del Festival di Sanremo 2025 con 'Balorda nostalgia', sente il bisogno di rivendicare una normalità che spesso la fama mette in discussione. “Ho bisogno di sentirmi un deficiente. Ho solo un gran bisogno di sentirmi un gran coglione”, canta senza filtri ne Il Brivido della vita, uno dei cinque inediti che arricchiscono Tutta Vita (sempre), la nuova edizione del suo album, prodotto da Juli e in testa alle classifiche FIMI per la quattordicesima settimana consecutiva.

Una dichiarazione di intenti più che una semplice strofa. “Anche se sono diventato popolare e mi riconoscono per strada, alla mia età voglio avere la libertà di essere deficiente”, racconta l’artista genovese, reduce dalla vittoria a Sanremo e dalla scelta controcorrente di rinunciare all’Eurovision per concentrarsi sulla musica dal vivo.

Non è un caso se il brano arriva dopo il Festival: “Volevo liberarmi dell’immagine del ragazzo della porta accanto. Lo sono, ma non sono perfetto. Non ho una laurea, ma non sono neanche uno stronzo. Sto nel mezzo”. Un’identità che si è trovata a fare i conti anche con critiche e polemiche – come l’episodio del tavolo lasciato sporco in un ristorante, diventato virale in estate – e con l’odio social: “Mi hanno dato del miracolato, raccomandato, omofobo. Una volta mi hanno scritto anche ‘ammazzati’. Ma quello che mi ha ferito di più è l’idea che fossi un prodotto costruito a tavolino”.

In quei momenti, racconta, è stato Federico (il suo vero nome) a proteggere Olly. “La musica è l’unica cosa che mi è rimasta. I miei amici mi aiutano a restare con i piedi per terra, non mi trattano da star e se qualcosa non funziona me lo dicono. Non sono yesmen”.

Con Tutta Vita (sempre) – un album che, come suggerisce il titolo, è un inno al vivere – Olly ha portato a termine una trasformazione artistica e personale. “Non è stato tutto pensato a tavolino. È un disco che si è fatto da solo, seguendo la corrente. Vivo, vita, vivere: sono parole che tornano, perché in questo momento voglio solo sentirmi vivo”.

E proprio la vita lo porta ora su un nuovo palco: il suo primo tour nei palazzetti. Dopo due date sold out all’Ippodromo Snai di Milano (80.000 spettatori in totale), Olly parte dalla sua Genova con 20 concerti in programma. Il gran finale sarà allo Stadio Ferraris, che torna a ospitare la musica 21 anni dopo l’ultima volta (era Vasco Rossi): tre date – 18, 20 e 21 giugno 2026 – che segnano un punto di svolta. “La parola ‘stadio’ mi terrorizza, ma giocare in casa mi tranquillizza. Per un tour negli stadi ci sarà tempo. Anche perché poi cosa fai, vai su Marte?”, scherza.

Dopo Sanremo, dopo l’album, dopo tutto, Olly resta fedele a un principio semplice: “La chiave non è vendere dischi, ma dire le cose in modo sincero. Anche quelle che fanno male”.

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.