Natale ormai certo in “giallo”: e Capodanno?

di Paolo Lingua

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Natale ormai certo in “giallo”: e Capodanno?

La prossima settimana in Liguria scorrerà in tutta fretta ancora in “zona bianca”, ma è quasi certo che dal 20  in poi la Liguria sarà “zona gialla” , una condizione, che di fatto, blinderà ulteriormente i comportamenti nei luoghi pubblici dove sarà effettata   una ripresa agognata nei mesi di crescenti effetti della pandemia. La nuova condizione non cambierà di fatto il sistema di “diritti e doveri”, ma sarà una disciplina nella quale gli spostamenti operativi dei “no vax” saranno limitati perché non sarà possibile per loro gli accessi al chiuso in ristoranti, bar e altri locali, per non parlare di presenze sui sistemi di trasporto pubblico.  E’ indubbio che la nuova disciplina legata soprattutto al “green pass” aumenterà le restrizioni a tutti i livelli e metterà limiti anche alle cosiddette “movide” che hanno già dato luogo a nuovi rischi di diffusione dei contagi.

Ma quello che sta emergendo, al di là dell’estensione della cosiddetta “quarta ondata” tutto sommato già in corso e con rischio di aumento nelle prossime settimane.  Nel difficile gioco delle previsioni, ma del tutto sicure, corre il rischio d’un ulteriore peggioramento della situazione immediatamente dopo il Capodanno, con la possibilità di entrare in zo0na arancione e persino in zona rossa.  La preoccupazione maggiore che è oggetto della massima attenzione delle autorità sanitarie della Liguria riguarda in particolare l’area di Ponente, in particolare la provincia di Imperia e, per certi aspetti, anche l’area territoriale di Savona. Imperia è confinante con la Francia dove nell’area che riguarda il Nizzardo e la Provenza è assai pesante l’incremento della pandemia, in parte per la condizione del traffico di confine, in parte per la pressante presenza di immigrai di tutte le provenienze, in parte perché il sistema di controllo e di disciplina francese è molto meno rigoroso di quello italiano.

L’unica speranza, che decolla proprio in questi giorni, è la corsa alla vaccinazione che si spera possa accogliere oltre le fasce più giovani e recuperare la cosiddetta “mezza età”, anche le fasce dei bambini per metterli al sicura nella presenza scolastiche è , per forze di cose, in un contesto di forti rischi. La corsa al vaccino, in tutte le fasce e con un potenziale di convincimento d’un parte dei cocciuti “no vax”, in realtà resta per il momento l’unica vera arma efficace contro il diffondersi della pandemia. Lo dimostra il fatto che, sulla base dei dati in possesso degli ospedali del territorio, oltre il 95% degli infettati dal Covid sono non vaccinati e i pochissimi vaccinati sono purtroppo affetti da gravi patologie . In concreto, ancora una volta emerge dalla concreta realtà che solo il vaccino, per il momento, ,è l’arma più efficace contro la diffusione della pandemia.

Il problema è che sono le aree dei “no vax” quelle a maggior rischio e dove sono maggiori i rischi del contagio che si può verificare nelle forme più gravi, essendo di fatto minori le difese immunitarie.  Restano, per il momento, in pie3di le maggiori preoccupazioni per i prossimi mesi. Ci aspettano restrizioni sempre più pesanti? Non è una soluzione da escludere, proprio nel momento in cui la popolazione sperava in una ripresa della vita “normale”  , una spirazione alla quale nessuno  vorrebbe rinunciare e che sembrava a un passo.