Messina: "Liquidità, sostegno al reddito dei lavoratori e sgravi per le navi nei porti"
di Marco Innocenti
Le tre richieste del presidente di Assarmatori al governo per sostenere il mondo dello shipping
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Come sarà il mondo dello shipping che nascerà (o sarebbe meglio dire ri-nascerà) dopo la crisi coronavirus? Abbiamo provato a chiederlo a Stefano Messina, presidente di Assarmatori. "Provando a guardare avanti direi che è difficile immaginare i tempi di risoluzione di questa crisi - ha detto Messina - Penso però che una soluzione strutturale nobn la si possa pensare se non dopo l'estate, entro settembre-ottobre. Per quel che riguarda lo shipping, credo che non ci sia soluzione di continuità nei servizi: le navi continuano a viaggiare, i porti sono aperti e tutti i servizi ad essi collegati sia privati che istituzionali sono rimasti operativi. L'impatto della crisi è molto forte sul trasporto passeggeri, crociere e traghetti".
Ma quali sono le principali richieste che il mondo dello shipping ha rivolto al governo? "Le richiesta che abbiamo fatto come Assarmatori le dividerei in alcune macro-categoria - ha aggiunto Messina - La prima è quella che ha impatto sulla continuità dei servizi e devo dire che su questo c'è stata una reazione tempestiva e solida da parte del governo. Da un mese sono numerosi i provvedimenti di carattere amministrativo in una collaborazione quotidiana. In questo c'è tempestività e reattività dell'apparato amministrativo. L'altra macrocategoria è quella dei provvedimenti di carattere economico che hanno un impatto molto significativo soprattutto sul trasporto passeggeri. Le tre misure che abbiamo chiesto riguardano la liquidità, per dare continuità alle aziende nel cabotaggio all'interno dei porti del paese e nei collegamenti con le isole maggiori e nel trasporto pubblico locale. Non dimentichiamo che sulle isole italiane vivono circa 15 milioni di abitanti a cui dobbiamo garantire i servizi essenziali".
"La seconda misura è quella di un sostegno al reddito - ha concluso il presidente di Assarmatori - Le aziende a noi associate hanno altissima occupazione di marittimi italiani che, anche per la tipologia di contratto collettivo applicato, hanno una certa flessibilità lavorando in funzione dei periodi d'imbarco e spesso sono stagionali da aprile a settembre. Questo calo a cui stiamo assistendo, che va da un -30/40% ed arriva fino a un -70/80% dei passeggeri trasportati, comporta una riduzione di capacità, quindi di naviglio impiegato e conseguentemente di sbarchi e forte minore occupazione. Quindi il secondo intervento è quello di un sostegno al reddito per queste categorie, quella che per il mondo industriale è la cassa integrazione, per i marittini si traduce nel fondo di solidarietà bilaterale. La terza misura da attuare subito può essere gestita anche dalle periferie di autorità portuale per facilitare economicamente e finanziariamente l'utenza e quindi le navi nei singoli porti".
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