Mercato Auto UE stabile. Anfia, cresce la pressione sulla UE per una transizione realizzabile

di Carlotta Nicoletti

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Nei primi sette mesi del 2024, i volumi immatricolati raggiungono 7.906.191 unità, con una variazione positiva del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

Mercato Auto UE stabile. Anfia, cresce la pressione sulla UE per una transizione realizzabile

 

Secondo i dati diffusi oggi da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito a luglio le immatricolazioni di auto ammontano a 1.025.290 unità, lo 0,4% in più rispetto a luglio 2023.

Nei primi sette mesi del 2024, i volumi immatricolati raggiungono 7.906.191 unità, con una variazione positiva del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“A luglio 2024, il mercato europeo dell’auto resta pressoché stabile (+0,4%)” – afferma Roberto Vavassori, presidente di ANFIA e nel settimo mese dell’anno tre dei cinque major market (incluso UK registrano una crescita: +4,7% l’Italia, seguita da Spagna (+3,4%) e Regno Unito (+2,5%). In calo, invece, la Francia (-2,3%) e la Germania (-2,1%).

A luglio, nell’area UE-EFTA-UK, la quota di penetrazione delle vetture ‘variamente elettrificate’ – ovvero auto ibride ‘tradizionali’, auto elettriche a batteria (BEV) e auto ibride plug-in (PHEV) – è pari al 53,3%, mentre quella delle sole auto ‘alla spina’ (BEV e PHEV) è del 20,7%. In Italia, nel mese, le elettrificate pesano per il 47,1%, mentre la quota delle sole ricaricabili (BEV e PHEV) è di appena il 7,2%.

Ora che siamo alle battute finali per la definizione della nuova Commissione europea, si auspica che la nuova classe di decisori politici ponga i dossier automotive nella lista delle priorità, tenendo conto delle attuali condizioni di scenario a livello economico e geopolitico. Mercato e consumatori – che sono i veri soggetti della transizione – non sono stati presi in considerazione come variabile chiave quando si è trattato di definire tempi e regole per il raggiungimento degli ambiziosi e realizzabili obiettivi del Green Deal.

Ora la pressione per l’applicazione di misure che diano un sostegno tangibile alla transizione verso la mobilità carbon-neutral – termina Vavassori –  è al massimo, in un contesto in cui l’UE è in ritardo nell’adeguamento della rete pubblica di infrastrutture di ricarica e deve fronteggiare la concorrenza di regioni del mondo che offrono condizioni di investimento molto vantaggiose per le tecnologie verdi”.

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