"Meglio prevenire che cremare": la campagna di un'agenzia funebre contro i negazionisti
di Redazione
Uno dei titolari: "Assurdo sentir dire che il covid non esiste per chi, come noi, è al fianco di famiglie a cui viene anche impedito di salutare il proprio caro"
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"Meglio prevenire che cremare": è il messaggio lanciato dall'agenzia di onoranze funebri Giannelli nella nuova campagna pubblicitaria che, proprio in questi giorni, sta girando in città sui mezzi di Amt. Un messaggio pubblicitario, indubbiamente, ma anche e soprattutto un messaggio ai tanti negazionisti del covid, lanciato da chi questa pandemia l'ha vissuta da una posizione sicuramente particolare, al fianco delle tante famiglie nel momento dell'ultimo saluto ai propri cari, spesso anche negato proprio dalle norme anti-contagio.
"E' un'idea partita dalla necessità di aumentare la pressione sui negazionisti - spiega Carlo Siffredi, uno dei soci della Giannelli srl - Noi operatori funebri viviamo quotidianamente questo dramma al fianco delle famiglie a cui veniva anche impedito di salutare i propri defunti. E proprio questa quotidianità ci ha fatto pensare di dare un nostro contributo per cercare di bloccare queste posizioni negazioniste".
In questi mesi di pandemia, gli operatori delle agenzie hanno vissuto in prima linea il dolore della famiglie. "Di questo momento ci resta un senso d'impotenza delle famiglie che magari hanno visto il loro caro entrare in una struttura sanitaria, non potendoli incontrare per 20 o 25 giorni e poi non hanno nemmeno la possibilità di dare loro l'ultimo saluto dopo la morte, perché i corpi venivano incassati subito dopo il decesso. Vedevi nei loro occhi l'incredulità, la rabbia e l'impotenza. Ancora peggio poi quando le stesse famiglie si sono ritrovate in quarantena e non potevano fare nulla, nemmeno organizzare il rito funebre del proprio caro".
Oggi la situazione è migliorata, in termini di contagi e di decessi, ma resta comunque negli operatori funebri un senso di impotenza. "I carri funebri fermi, in coda davanti ai cancelli del cimitero di Staglieno ad esempio, è la fotografia di quello che è stata questa pandemia, soprattutto in primavera. Ancor più forte poi l'immagine dei camion dell'esercito che portano via le bare dalle città del bresciano e del bergamasco: era il risultato di un'affluenza talmente ampia che il nostro lavoro era diventato un semplice trasporto, non più un servizio funebre.
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