Masone, “Riaprite la A26 e il casello”: rabbia Valle Stura
di Redazione
In mille con i sindaci per protestare contro i disagi e la vita tra frane e cantieri
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Armati di fischietti e campanacci circa mille persone sono scese in strada chiedendo di riaprire il casello di Masone, chiuso in entrata per una frana, e restituire almeno due corsie in entrambi i sensi dell'autostrada A26.
La protesta è stata messa in atto dai cittadini dei paesi delle valli Valli Stura, Orba e Leira e del Basso Piemonte, una comunità di oltre ventimila persone dell'entroterra di Genova isolata fra cantiere autostradali e frane sulla statale 456 del Turchino.
I manifestanti hanno presidiata la rotonda posta davanti al casello di Masone minacciando di bloccare la viabilità della statale. Le proteste sono rivolte ai vertici di Autostrade ma anche ai politici che sembrano essersi dimenticati delle vallate.
"Ora dovete rispettare le promesse - è stato intimato -: da lunedì sei luglio riaprire il casello di Masone anche in entrata e dal 10 luglio aprire almeno due corsi della A26 fra Genova e Ovada oggi invece quasi tutta a una corsia per colpa dei mille cantieri".
Richieste anche per Trenitalia affinchè venga adeguato il servizio ferroviario sulla tratta della zona, oggi assolutamente insufficiente.
Nelle parole di tanti manifestanti i racconti di ordinari disagi, di ore passate in coda per raggiungere Genova o Alessandria, di giornate di lavoro perse a causa di un cantiere e una frana. E poi la paura di vivere in un luogo dove le ambulanze spesso sono quasi inutili e gli ospedali non raggiungibili.
Fra gli organizzatori della protesta il Gruppo Viabilità Valli Stura e Orba che in una lettera indirizzata alle prefetture di Genova ed Alessandria nei giornj scorsi avevano ribadito che nonostante tutti parlino di sicurezza, “nessuno ha idea di cosa significhi percorrere l’unica stradina alternativa che attraversa le montagne, stretta e senza protezioni, dove si avventurano camion e si formano ingorghi di auto. Attendiamo che ci scappi il morto prima di risolvere i problemi a valle?”.
Gli eventi più recenti che hanno convinto gli abitanti a scendere in strada sono stati la chiusura notturna a fasi alterne della A26 fra Ovada a Voltri e la contemporanea chiusura della provinciale 456 del Turchino che quando scatta l’allerta meteo deve essere chiusa per una frana dimenticata ormai da quasi un anno.
Alla protesta hanno preso parte anche sindaci e altri amministratori dei paesi liguri di Masone e Campo Ligure, Rossiglione, Tiglieto e di quelli piemontesi, fra cui Ovada, Molare, Tagliolo e Visone. Fra gli slogan sugli striscioni, “senza strade, senza treni, in Liguria non ci vieni” e "revoca" con riferimento alle concessioni autostradali.
"Questa è solo l'inizio di una lotta" hanno riferito i manifestanti - la prossima volta bloccheremo tutto. La nostra pazienza ha un limite"
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