Marotta, rebus Inter-Samp, in Lega problema culturale

di Redazione

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"Non è possibile che i nostri giocatori giochino 9 partite a maggio"

Marotta, rebus Inter-Samp, in Lega problema culturale

"E la data per Inter-Sampdoria? Un bel rebus. Se noi dovessimo continuare nel cammino europeo non ci sarebbero più date e questo è incredibile. Non è lo spirito polemico, però, che voglio evidenziare. Il mio è uno spirito propositivo, purché si rispettino sostanza e forma". L'ad dell'Inter Giuseppe Marotta parla di Inter-Sampdoria, l'altra gara da recuperare sempre per l'emergenza Coronavirus. "Mi sentivo e mi sento tuttora di evidenziare le lacune di una scelta che non è stata condivisa e questo è il senso della mia arrabbiatura. C'è anche la ventottesima giornata che oggi come oggi porterebbe a cinque partite a porte chiuse. Noi ripartiamo con la ventiseiesima o la ventisettesima, c'è anche quella dopo. C'è Atalanta-Lazio che è sottoposta a una diatriba dialettica. Ci sono tante valutazioni che vanno fatte attorno a un tavolo, con equilibrio e coscienza. Io sono molto fiducioso perché quando ci si trova tutti assieme il buon senso prevale perché al di là di certe valutazioni i dirigenti sono persone di responsabilità e coscienza".

Alla base di questo caos, secondo l'a.d. nerazzurro, c'è un problema culturale all'interno della Lega Serie A come evidenziato dallo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò. "Sono d'accordo con Malagò, c'è un fatto culturale, capendo che però i 20 presidenti rappresentano degli investitori. Che venga delegata la conduzione della Lega Serie A a una persona super partes è necessario. Fa parte di un processo culturale che ancora non ha raggiunto il nostro sistema calcistico".
Detto questo, a Marotta non è andata giù la conduzione degli ultimi giorni. "Avete sentito, nella giornata di ieri, esternazioni di Liverani, Gattuso, Gasperini che hanno espresso perplessità. Voglio che si valuti che il core business di questo mondo è il calcio, non è solo la vendita dei diritti tv. Ecco perché emerge la competenza nella gestione di queste situazioni, valutare le indicazioni che le nostre aree tecniche ci indicano, per esempio il fatto di modulare allenamenti sicuramente condizionati da questi stop. Fino a pochi giorni fa è stata preparata una partita che poi è stata interrotta, non da un fatto imprevedibile ma da quanto già saputo a inizio settimana. Non è possibile che i nostri giocatori giochino nove partite a maggio, significa rischio di infortuni, modulare gli allenamenti in modo molto difficoltoso. Sono riflessioni che mancano all'interno della Lega. Io non sono qui per chiedere la testa di chicchessia. Io sono qui per tutelare una regolarità del campionato, che si evince anche dal fatto che tutte le squadre devono disputare in un arco ristretto le stesse partite, non dovendo recuperare a fine anno. Io contesto il modo. E' vero, c'è una grande emergenza, ma dobbiamo convivere con il nostro mondo che tra l'altro fa solo del bene alla nostra gente. Dà momento di spensieratezza a chi è costretto a stare in casa". 
Sul calendario della Lazio, che giocherà molto di meno da qui a fine maggio, nessuna polemica. "Il calendario della Lazio è legato a vicende calcistiche. E' stata eliminata in Europa League, se da una parte è scontenta dall'altro non lo è. Per cui non esprimo valutazioni particolari", chiude Marotta.